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Recensione

Akiba’s Trip: Undead & Undressed – Recensione, nudi a Tokyo

Abbiamo provato la versione PS4 del titolo nipponico. È una semplice rimasterizzazione o qualcosa di più?

La cultura giapponese è sempre stata famosa per le sue stranezza e per i suoi prodotti atipici, che nel bene e nel male, hanno costituito e continuano a costituire, una moda per la cultura del nostro secolo sopratutto quando parliamo di anime, manga e videogiochi tipicamente nipponici. A tal proposito abbiamo preso in considerazione questo titolo perché ambientato in uno dei quartieri più famosi di Tokyo, ovvero Akihabara, patria di nerd e otaku e di tutti coloro che sono appassionati del mondo della cultura pop giapponese. Come si è comportato questa volta il titolo nella sua versione PS4?

I vampiri non finiscono mai!   

La storia ruota tutto attorno ad un ragazzo di nome Nanashi, un otaku con una grande passione per tutto quello che riguarda le action figure e il mondo nerd, che viene suo malgrado catturato e tramutato in un particolare tipo di vampiro chiamato Synthister. Tutto sembra perduto quando all’improvviso ecco spuntare Shizuku, una ragazza dai poteri particolari che libera il nostro protagonista e gli dona un po’ della sua energia per farlo rinvigorire. Da qui comincia la caccia da parte del nostro eroe, di tutti i vampiri presenti nella città di Tokyo, in particolar modo nel quartiere più tecnologico di sempre.

Ci sono tutti i personaggi tipici – e stereotipati – di quello che potrebbe essere un anime interattivo, dalla ragazza bionda e stupida, all’intelligentona in grado di dare una risposta ad ogni situazione sgradevole. Il legame che il protagonista creerà con una di queste fanciulle, darà la possibilità di generare dei veri e propri bivi nella trama di gioco, portando poi di conseguenza a diversi finali che donano un po’ di rigiocabilità (sempre che ne abbiate ancora la voglia) ad un titolo in cui i difetti purtroppo abbondano, sopratutto per quanto riguarda il gameplay, che andremo ad analizzare più avanti. Tuttavia la trama di gioco non è scontata e banale come può sembrare di primo acchito, ma sarà in grado di regalarci piccole sorprese anche laddove tutto sembra scontato.

E adesso spogliati, come sai fare tu.

Il gioco pur essendo nato come JRPG, è principalmente un action game dove i combattimenti sono la parte più essenziale di tutto il titolo. Sicuramente c’è spazio anche per l’esplorazione, ma questa è talmente limitata da passare in secondo piano quasi. Lo scopo dei combattimenti è colpire determinate parti del corpo per indebolire il capo d’abbigliamento che dovremo andare a strappare una volta che questo lampeggerà di rosso. Perché sì, per sconfiggere i nemici sarà necessario farli rimanere in mutande, nel vero senso della parola. L’idea alla base è originale e interessante, ma diventa tutto troppo legnoso e ripetitivo dopo un paio di ore di gioco, portando alla noia più totale anche un appassionato di action game. Non esiste un sistema decente che ci permetta di bloccare la telecamera sui nemici e i colpi spesso non riescono ad andare a segno come dovrebbero. In particolare, risulta davvero scomodo riuscire ad attaccare più avversari contemporaneamente, a quanto pare le armi pensate per attaccare un nemico alla volta, senza dare possibilità di coprire un ampio raggio d’attacco.
È possibile effettuare anche attacchi in coppia grazie all’aiuto dei propri compagni, ma l’I.A di questi è talmente deficitaria da far risultare noiosi anche questi tipi di attacchi. Durante gli scontri, mentre voi avete già finito di picchiare i nemici, vedrete il vostro partner ancora impegnato ad indebolire una parte del corpo del suo avversario, facendo quindi risultare il tutto troppo lento. Una delle poche note positive del gameplay a questo punto risulta il crafting, che grazie alla sorella del protagonista, possiamo combinare diverse tipologie di armi che ci daranno la possibilità di crearne sempre di più variegate e di potenza via via sempre più smisurata. Inoltre, tutto quello che riguarda il nostro personaggio è personalizzabile, che sia una finisher o un particolare tipo di camminata che ci permetterà di distinguerci dalla massa.   
 
Akiba è forse uno dei pochi elementi del gioco che si salva, in quanto gli sviluppatori hanno cercato di riproporla in maniera molto simile alla controparte reale, anche se appunto non stiamo parlando di nulla di realistico da questo punto di vista. Chi ha visitato questo quartiere, saprà sicuramente riconoscere il Super Potato e tanti altri negozi del rione. Anche la modalità extra risulta abbastanza trascurabile, in quanto tutti gli oggetti sono sbloccati già fin da subito. Per quanto riguarda il restyling grafico, abbiamo una maggiore fluidità e una maggiore pulizia in termini di rifinitura dei poligoni, ma stiamo comunque parlando di un titolo che vide la luce su PSP, quindi non vi aspettatevi miracoli.

I pro

  • I dialoghi sono divertenti e originali
  • Trama non proprio banale e scontata come ci si aspetta nelle prime battute

I Contro

  • Sistema di combattimento ripetitivo, legnoso e noioso
  • Quasi assenza di attività secondarie e quindi di esplorazione degli ambienti
  • I.A degli alleati pessima
  • Anche per un fan sfegatato di cultura pop giapponese potrebbe non essere una scelta gradita

Voto Globale 4.5

Insomma, in poche parole per questo titolo si poteva fare decisamente molto di più in quanto non risulta né carne né pesce. Dal punto di vista action risulta quasi fin da subito tutto abbastanza banale, noioso e mal calcolato, mentre dal punto di vista RPG, manca tutta una serie di elementi come l'esplorazione, il che significa che i combattimenti ricoprono la maggior parte del gameplay. Un prodotto pensato per un pubblico ristretto e non è detto che un fan di anime e manga possa apprezzare questo titolo, che tra l'altro purtroppo risulta essere tutto localizzato completamente in inglese.

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