Dopo un primo capitolo che fece gridare al miracolo, il team di sviluppo ritenta la fortuna con un seguito migliorato e ampliato in ogni suo aspetto.
Quello che grava sulle spalle di State of Decay 2 è un macigno tutt’altro che leggero. Oltre che a dover rispettare auspici e desideri di un pubblico estremamente esigente – soprattutto considerando l’elevato livello qualitativo del primo capitolo – i ragazzi di Undead Labs hanno infatti anche il compito di rasserenare gli animi nei lidi di Microsoft e Xbox, lì dove al momento il sangue sembra scorrere copiosamente. Con il continuo arrancare della società di Redmond e il recente semi-insuccesso di Sea of Thieves, titolo dal grande potenziale per ora inespresso, tutte le speranze sono infatti state velocemente indirizzate proprio verso il secondo capitolo di questa giovane ma già rinomata IP.
Proprio in relazione di ciò, il team di sviluppo ha quindi tentato di mantenere il massimo riserbo sulla sua creatura, da una parte per tenere alte le aspettative e colpire al cuore i giocatori con numerose sorprese quando il tutto giungerà nei negozi mentre, dall’altro lato, per un giustificato timore di fondo nel presentare troppa carne al fuoco capace di portare solo tanto fumo negli occhi. Vista quindi la situazione e la generale confusione che ha colto il pubblico, oramai a caccia di news e novità sostanziose come il più affamato dei predatori, abbiamo deciso di fare il proverbiale punto della situazione realizzando quest’anteprima, lì dove andremo a vedere insieme tutto ciò che attualmente sappiamo a riguardo del titolo. Se siete tra coloro che guardano a State of Decay 2 con interesse, magari proprio per la sua inclusione fin dal Day-One nel servizio Xbox Game Pass, non dovete far altro che continuare a leggere il nostro articolo per capire come mai l’epopea di Undead Labs potrebbe rivelarsi un bersaglio pienamente centrato.
La prima questione da dover necessariamente chiarire fin da subito così da evitare fraintendimenti, è che State of Decay 2 non vuole essere annoverato tra i Tripla A che normalmente ci vengono proposti dal mercato videoludico, preferendo piuttosto ritagliarsi uno spazio unico e diversificato. Quello che avremo tra le mani sarà indubbiamente un prodotto dal grande livello qualitativo e lavorato fin nei più piccoli e insignificanti particolari, ma al contempo si tradurrà in una produzione dal tocco spiccatamente meno hollywoodiano – rispetto agli standard a cui siamo abituati oggigiorno – per prediligere piuttosto un maggior senso di controllo e libertà dato al giocatore; insomma, meno narrativa nel senso stretto a cui siamo abituati e più gameplay nudo e crudo. State of Decay 2 si configura principalmente come sandbox post-apocalittico, lì dove una violenta epidemia ha trasformato la maggior parte della popolazione in famelici non-morti da cui i pochi sopravvissuti dovranno tenersi bene alla larga; un incipit classico, insomma, con il tema della sopravvivenza che andrà a farla da padrone durante tutto l’arco dell’avventura.
Se narrativamente parlando il titolo non sembra voler mostrare poi molto ardore – salvo sorprese dell’ultimo minuto capaci di stupirci -, ciò che davvero ci fa desiderare la nuova epopea zombesca di Undead Labs si riassume proprio nella sua struttura ludica. Tirando un sempre apprezzabile “terzo dito” al concetto di semplificazione e immediatezza che oramai sembra governare incontrastato tutte le produzioni odierne, State of Decay 2 punta invece a riprendere fedelmente le basi del suo fratello maggiore per ampliarle e potenziarle sotto ogni aspetto. Sopravvivere e organizzarsi saranno le parole d’ordine dell’intera esperienza, con la necessità di dover gestire ogni situazione che ci si presenterà innanzi al meglio delle nostre capacità al fine di evitare un’ingloriosa fine. Niente aiuti o semplificazioni di alcuna sorta, niente addolcimenti e snaturamenti per far gola al pubblico di massa, State of Decay 2 darà filo da torcere al pubblico e rappresenterà il proverbiale sogno bagnato di tutti i giocatori che apprezzarono il predecessore.
Fin dai primi istanti in-game, ciò che vi verrà immediatamente chiesto sarà di creare un rifugio sicuro da poter poi migliorare e ampliare per permettere a sempre più persone di stabilirvisi e, conseguentemente, contribuire al bene comune. Sarà vostro compito gestire equipaggiamenti e materie prime, scegliere cosa portarvi in missione e cosa lasciare alla base, studiare attentamente quali strutture siano più conformi alle necessità del vostro gruppo e molto altro ancora. Ogni scelta che prenderete, insieme a qualsivoglia azione che compirete, avrà poi effetti più o meno positivi sulle persone di cui vi circonderete e su cui dovreste fare affidamento, con quotidiani dilemmi morali in grado di mettervi in seria difficoltà. Ogni NPC con cui interagirete possiederà una sua personalità, con qualità specifiche sfruttabili e punti deboli da tenere d’occhio per evitare che il fragile sistema di regole e valori che avrete messo faticosamente in piedi crolli miseramente come un castello di carte.
Scegliere cosa sia meglio costruire tra un campo medico per curare i feriti o un piccolo centro per la produzione di proiettili non solo avrà effetti visibili sulle vostre possibilità di sopravvivere all’apocalisse, ma porterà anche a ripercussioni inizialmente impercettibili che potrebbero però successivamente concretizzarsi in terribili reazioni a catena, come tradimenti, omicidi e fughe disperate. Tutto si traduce in un magnifico mix d’idee perfettamente mescolate tra loro per offrire un’esperienza ricca e appagante, in cui il giocatore possa effettivamente sentirsi padrone del proprio destino; sarà lui a scegliere di chi fidarsi e di chi dubitare, sarà lui a dover prendere decisioni capaci di spostare l’ago della bilancia tra vita e morte, così come sarà lui a subirne tutte le conseguenze, nel bene e nel male. Se insomma avete avuto modo di toccare con mano il primo State of Decay apprezzandone poi l’elevata profondità e complessità, al netto di qualche negligenza dovuta a un budget tutt’altro che stellare, tenete pronto lo spumante poiché questa volta il team di Undead Labs sembra aver fatto le cose in grande.
Quello che State of Decay 2 offrirà a chiunque deciderà di tuffarsi nel suo marcio mondo sarà, in primis, un ambiente di gioco decisamente più vasto e curato rispetto al suo predecessore. Molta più varietà e diversità caratterizzeranno le numerose zone che potremo esplorare, al punto tale che gli sviluppatori hanno parlato di ben tre mappe da poter girare in lungo e in largo, ognuna delle quali dalle dimensioni estremamente generose. Cascade Hills si presenterà come una zona montana, Drucker County sarà posizionata presso un enorme canyon mentre Meagher Valley ospiterà il tipico paesaggio selvatico del Nord America.
Il team di sviluppo ha spiegato che nel corso dell’avventura sarà necessario percorrere tutte e tre le mappe per poter progredire, ma ancora non è stato specificato se sarà possibile passare da un ambiente all’altro in totale libertà e autonomia. Sempre secondo quanto dichiarato dagli sviluppatori, il comparto narrativo realizzato per l’opera si caratterizzerà per una struttura dinamica e non lineare, al punto tale che l’intero intreccio d’eventi andrà a prendere forma proceduralmente secondo le scelte fatte dal giocatore, di fatto offrendo situazioni sempre diverse di partita in partita, una scelta che invero ben si sposa con la presenza del permadeath del proprio alter-ego digitale.
Sempre per rimarcare l’ampia libertà data al giocatore, concluso il tutorial iniziale sarà possibile scegliere in quale delle tre mappe dare inizio alla propria avventura, importante decisione che porterà a vivere esperienze estremamente diversificate e molto appaganti. Si è poi parlato di un vasto armamentario a propria disposizione che offrirà molte opzioni sia per l’arma bianca che per gli scontri a fuoco dalla lunga distanza, una grande ricchezza d’opzioni che si lega a doppio filo con le oltre 40 tipologie di veicoli utilizzabili per esplorare le location di gioco, tutti da poter ovviamente modificare sotto ogni aspetto e da dover gestire per evitare che la preziosa benzina rimasta vada miseramente sprecata.
A chiudere un quadro decisamente succulento, ci pensa infine l’introduzione di un’interessante componente multiplayer fino a quattro giocatori, la mancanza più criticata dal pubblico nel primo capitolo del brand. Quello a cui gli sviluppatori hanno pensato per la loro opera è un multiplayer cooperativo capace d’innescarsi in qualsiasi momento tramite l’invito di amici o rispondendo a specifici segnali di richiamo. L’elemento indubbiamente più interessante del comparto online si concretizza nel fatto che tutte le scelte prese in cooperativa avranno conseguenze nei rispettivi mondi di gioco, per cui anche facendosi invitare da un amico o correndo in aiuto di qualche sventurato giocatore, ogni nostra decisione e azione dovremo compierla nella consapevolezza che comporterà conseguenze anche in single-player. Giusto per darvi una piccola idea di quello che stiamo dicendo, anche il permadeath continuerà ad avere il suo devastante effetto durante le partite cooperative.
Undead Labs sembra insomma avere le idee ben chiare su quello che vuole realizzare e sta impegnando anima e corpo nella realizzazione di un titolo che sia semplicemente indimenticabile. Grande cura sembra essere stata riposta sotto il profilo grafico, con scorci assolutamente memorabili e meritevoli di nota grazie all’utilizzo dell’Unreal Engine 4, così come la presenza di tante piccole idee di fondo non ancora annunciate o comunque da dover presentare in tutta la loro complessità non possono che farci sperare per il futuro. Considerando che il titolo sarà disponibile su Xbox One e PC a partire dal 22 maggio 2018 al prezzo budget di 29,99 euro, non possiamo che attendere la produzione finale con l’acquolina alla bocca e il cuore stracolmo di speranze.
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