No Man’s Sky è il nuovo titolo in fase di sviluppo degli oramai noti Hello Games. Il gruppo, formato da appena quattro persone, era passato agli onori della cronaca a causa della sfortunata alluvione che aveva messo a rischio lo stesso progetto. Ad oggi però, con un nuovo video di gameplay che vi lasciamo in calce all’articolo, e le ultime dichiarazioni fatte, sembrerebbe che neanche l’acqua abbia fermato il quartetto. Le difficoltà non saranno però solo climatiche: il titolo pare essere di una complessità che non abbiamo paura a definire titanica, consistendo in un simulatore spaziale multiplayer procedurale. Vediamo nel dettaglio tutte le informazioni accumulate fino ad oggi.
In No Man’s Sky non siamo a conoscenza di una vera e propria trama. Impersonificheremo il protagonista del gioco (non si sa se personalizzabile o meno), disposto nel limite esterno della galassia. Lo scopo ultimo è raggiungere il centro dell’universo, il quale non solo è di per se molto lontano dal nostro pianeta natale, ma è anche incredibilmente rischioso. La mappa galattica infatti, si sviluppa in via procedurale – si genera casualmente tramite algoritmi – ed i biomi ed i pianeti che si incontreranno avvicinandoci al centro si riveleranno pericolosi ed intricati. Questo per portare il giocatore a godere ed approfittare dell’esplorazione, necessaria per accumulare risorse e servirsi di astronavi via via più complesse e meglio equipaggiate. Tra i primi fattori di dubbio ci sono le strutture sociali del mondo di gioco: esisteranno città, strutture, civiltà con cui interagire (plausibili in un mondo dove l’uomo viaggia nello spazio), o ci si limiterà alla presenza degli altri giocatori e della fauna locale? I video di gameplay mostrano delle intriganti battaglie interstellari, ma siamo ancora molto lontani dal capire quali saranno le implementazioni in tal senso. Il gameplay presenta molti punti dubbi, soprattutto perché, per ora, siamo stati messi di fronte ad immagini di gioco nelle quali era assente qualsiasi informazione sul “come”. Come si costruiscono le astronavi? Come ci si procacceranno le risorse? È stato assicurato che il titolo non sarà un becero sandbox elevato a numeri planetari, e nemmeno un vero e proprio MMORPG in stile EVE, quanto piuttosto un’esperienza collettiva di esplorazione galattica. L’ambientazione, la varietà dei biomi, la sorpresa, saranno gli elementi cruciali.
In dubbio anche il rapporto che avremo con gli altri giocatori. Non si è ancora ben capito se le interazioni saranno dirette e dinamiche o se a cambiare sarà soltanto la nostra mappa galattica, la quale potrà essere condivisa per poter dare e ricevere informazioni. In questo modo si era pensato ad un aiuto reciproco (per esempio nella condivisione delle risorse), che però avrebbe portato a creare situazioni di sfruttamento ambientale molto dannose, come l’estinzione degli animali o la mancanza di importanti elementi di gioco. Francamente, è difficile fare supposizioni solo in base agli elementi odierni: ovviamente, la presenza in game di altri giocatori permetterebbe approcci più dinamici ed aggressivi, mentre la semplice condivisione attiva della mappa porterebbe ad un’affascinante rapporto “epistolare”, pur se rimangono ancora lacunose le modalità con le quali si dovrebbe interagire con gli altri.
Indubbiamente No Man’s Sky pare essere una grande esperienza visiva. I video disponibili al pubblico raccontano di pianeti completamente casuali, dotati di ecosistemi, strutture, flora e fauna sempre differenti e variegati, più o meno complessi e pericolosi. Stupisce non solo la grande varietà di elementi, ma soprattutto l’incredibile veste grafica che li accompagna, capace di stupire subito gli occhi del giocatore, che ha come primo impulso quello di giocare al titolo. Effettivamente, siamo rimasti ammaliati dal dettaglio delle navicelle, dagli effetti particellari, dai giochi di luce e dalle bellissime scelte dei colori: pianeti verdi, pianeti rossi, pianeti completamente imbiancati dalla neve o costantemente spazzati da vento e sabbia: tutto fa invogliare l’esplorazione e l’avventura, la pura e semplice voglia di andare avanti e vedere cosa succede. Bisogna anche ricordare degli eventi naturali, anch’essi, in teoria, accorpati con l’habitat in cui vengono inseriti, che si presenteranno in maniera completamente indipendente dalla presenza o meno del giocatore, che quindi, proprio come nella vita vera, avrà l’opportunità di vedere uno stormo di uccelli librarsi nel cielo, o magari un gigantesco verme terrestre fuoriuscire dagli abissi che lo hanno generato.
In conclusione, non possiamo che augurare un buon lavoro (magari anche celere) ai quattro ragazzi di Hello Games, mostrando però, se non scetticismo, prudenza per quella che sembra essere, da come è stata presentata, una delle imprese videoludiche più ambiziose della storia. Bisogna stare attenti a cosa promettere: in assenza di precise ed accurate informazioni sul gameplay, No Man’s Sky potrebbe essere qualsiasi cosa nell’immaginario collettivo del pubblico, generando probabili delusioni se poi venissero disattese le già grandi aspettative.