Il ritorno di Need for Speed. Vi ricordate il tempo passato a modificare la vostra auto in Underground 2? Vi ricordate le auto della polizia distrutte in Most Wanted? Vi ricordate le derapate sulle strade del canyon di Carbon?
In occasione della presentazione del reboot di Need for Speed avvenuta durante la conferenza EA a questo E3, vi voglio far ricordare i titoli di NFS che hanno ispirato il suo ritorno. Una serie di speciali che parleranno delle varie caratteristiche che compongono Need for Speed.
Oggi inizio subito con i ricordi più forti, più vividi seppur più lontani. Underground 2 non è scomparso dalla mia mente, neanche da quella dei milioni di fan che ne chiedevano il ritorno da anni. Fin da subito la sua uscita fantasticavamo su Underground 3. “Mhhh… chissà come sarà?” “Ci saranno un sacco di nuove modifiche!” “Potrò fare di tutto!”. Andiamo, chi non l’ha mai pensato? Un Underground 3 sarebbe stato il sogno di tutti in quel periodo, sarebbe stato il titolo perfetto.
Vi ricordate no? La Fast and Furious mania. Sarebbe bastato un capitolo in più, uno solo per completare la trilogia. Niente, l’attesa è stata lunga, estenuante. “Dai che quest’anno lo annunciano!”. No. Ci siamo messi il cuore in pace. Fino a ieri.
“Fino a ieri? L’attesa è stata lunga?” “Non abbiamo visto nessun Underground 3” direte voi. È vero. Non c’è nessun Underground, tanto meno un tre. C’è semplicemente Need for Speed.
Questo, in realtà, è positivo. Nessun sottotitolo, nessun filone da seguire con meticolosità, sono liberi di ricominciare da capo nel modo in cui vogliono.
Ciò che piaceva di Underground era la cultura delle street race che era posta in primo piano. Non era solo l’emozione di prendere parte a gare illecite sfrecciando tra il traffico cittadino, ma anche tutto il suo contorno. L’atmosfera che si respirava, ma soprattutto: le auto erano le protagoniste. Le nostre quattro ruote erano la tela su cui dipingere, non era solo l’adrenalina di arrivare primi, ma anche la soddisfazione di esporre le nostre opere.
Vi ricordare come potevamo stravolgere una Peugeot 206? Un auto cittadina così semplice, all’apparenza intoccabile, una volta entrata da un carrozziere usciva come un mostro di rara bellezza. Rotori, paraurti, prese d’aria, alettoni. Tutte parti “semplici”, che possiamo modificare anche in altri titoli. Ciò che contraddistingue Underground 2, tutt’ora, anche dopo undici anni, sono quelle chicche assurde, quei particolari che solo lui ci poteva permettere di personalizzare.Andiamo, quanto tempo anche voi avete passato a decidere cosa mettere nel baule? “Vediamo, un cassa enorme o una bombola di NOS? Entrambe!”. Rispetto al resto delle modifiche, non eravamo esaltati del sistema idraulico a causa della F&F Mania. In quel periodo i fan della WWE avevano come beniamino una persona sola, il WWE champion del 2004, guarda caso. Per i ragazzini, anche italiani, Eddie Guerrero era il personaggio del momento. Io ero uno di quelli che si esaltava a guardarlo, anche per la sua muscle car con le sospensioni idrauliche.
Insomma, Underground 2 era uscito in un periodo perfetto, in grado di far esaltare anche semplicemente per ciò che andava di moda.
Quando si parla di tuning in Need fo Speed, Underground 2 è un fardello pesante. Quando è stato rivelato il reboot in pochi cedettero alle parole di EA che mise in chiaro come la personalizzazione fosse tornata come punto chiave dell’esperienza. Per far tacere le voci, durante la conferenza dello sviluppatore, è proprio questo l’aspetto che abbiamo visto per primo.
Una Subaru BRZ Premium si presta all’intervento. La prima modifica è quello più radicale, un body kit di Rocket Bunny. Sospensioni ribassate e carrozzeria bombata laterale che comprende i copri cerchioni. Ci viene fatto vedere più volte come sia possibile selezionare varie parti della vetture per sceglierne i componenti. In questo caso la maggior parte sono bloccati, non so se è dovuto dal body kit che non permette ulteriori modifiche o se, magari, queste possibilità ci vengano date proseguendo nella carriera e sbloccando così i componenti.
È possibile però cambiare i cerchioni, vediamo dei Fifteen 52, dei Watanabe ed infine la scelta finale: dei classici Work dorati. Rimanendo sui cerchioni, notiamo i freni Brembo e nella selezione diverse altre icone, probabile si possano regolare le sospensioni e magari gli stessi freni. Arriviamo al retro dell’auto, dove abbiniamo al body kit un altro componente dello stesso produttore: un alettone. Anche qui, le altre parti risultano bloccate, ma notiamo come sul solo baule siano presenti quattro componenti modificabili.
Arriviamo alla parte dove siamo un po’ tutti dubbiosi. Ci viene mostrata la possibilità di cambiare colore alla vettura attraverso una scala di colori ampiamente modificabile con diversi slider, in modo da scegliere una tonalità unica, non segregata a dei semplici campioni di colore.
Quello che mi ha fatto storcere il naso è l’applicazione di un classico vinile predefinito con i watermark dei produttori. Ora, probabile che sia stato fatto per ridurre i tempi del video, la speranza è che non siano presenti semplici decalcomanie “da racing”, ma anche qualcosa di più “artistico” e unico.
Insomma, l’aver fatto vedere le modifiche in conferenza è un buon segno. Indice che davvero è un aspetto importante per EA e Ghost Games. Ora però promettermi una soundtrack come quella di Underground 2. Anche la stessa identica, non è un problema!