All’E3 di quest’anno, Capcom ci ha stupiti con un annuncio bomba: il ritorno di Monster Hunter su home console non targate Nintendo. Un ritorno particolarmente apprezzato dai fan, che nel 2012 si erano ritrovati a giocare esclusivamente su Nintendo 3DS, con ovvi problemi di adattamento alla console portatile della grande N. Il nuovo capitolo della serie, che sarà il quinto, si chiamerà Monster Hunter: World e uscirà su PlayStation 4, Xbox One e PC in un momento non meglio precisato d’inizio 2018.
Monster Hunter: World sarà ambientato, per l’appunto, nel Nuovo Mondo. Questo importante cambio radicale in termini d’ambientazione ha portato numerosi vantaggi, come l’aggiunta di mostri completamente nuovi e il sostanziale cambiamento di stile delle ambientazioni stesse. La prima zona mostrataci dagli sviluppatori è stata, in particolare, la lussureggiante Foresta Antica.
Ciò che possiamo notare già a un primissimo sguardo al gameplay mostratoci è che la mappa si presenta con caratteristiche estremamente più open world rispetto al passato. Dimenticate le piccole zone connesse da corridoi, le nuove mappe di Monster Hunter: World sono varie, profondamente interconnesse e prive di qualsivoglia caricamento od interruzione quando si passa da una porzione all’altra; ma non solo. La location è ricchissima di dettagli, di vegetazione, di mostri grandi e piccoli che costituiscono un ecosistema vivo, che va avanti anche quando il giocatore non è presente. Le creature, infatti, hanno un’intelligenza artificiale ben più avanzata rispetto al passato: la catena alimentare scandisce i ritmi di quella che è la vita di una creatura che può passare dall’essere preda a predatore, e viceversa, in pochi attimi. Le abitudini comportamentali delle creature ci permettono di osservarle, capire i loro tempi, i loro pattern ed elaborare strategie complesse.
È possibile, inoltre, farsi notare dai mostri, farli infuriare e decidere di seguirci, in modo da indirizzarli esattamente dove abbiamo collocato una trappola, dove sappiamo che l’ambiente è più agevole per noi o, perché no, condurli dritti dritti nella tana di un mostro ancora più grande e pericoloso e dare così vita a un combattimento all’ultimo sangue fra i due. Un’altra novità riguarda il metodo di individuazione delle nostre prede: esplorando la mappa, troveremo infatti le cosiddette Lucciole Scout che, una volta collezionate in una certa quantità, ci guideranno semplicemente verso le tracce del mostro.
In questo nuovo titolo, l’interazione con il nuovo mondo sembra essere al centro dell’interesse degli sviluppatori. Oltre alle interazioni offerteci con i mostri, di cui abbiamo già parlato, si riveleranno fondamentali anche le meccaniche di interazione con l’ambiente. È possibile, infatti, non solo scoprire nuove zone attraversando passaggi semi-nascosti, ma soprattutto far scattare trappole a distanza o colpire alcuni elementi della vegetazione, ad esempio, per liberare nubi di fumo, così da far perdere le proprie tracce al mostro che ci sta inseguendo. Tutto ciò grazie ad uno strumento utilissimo, la fionda, che comprende anche un rampino, fondamentale per esplorare le zone più elevate della mappa, diventata ora molto più verticale che in passato. I movimenti del corpo, inoltre, comprenderanno delle fluide corse, rotolate e scivolate.
Le armi, in Monster Hunter: World, pare saranno divise in 14 classi, ognuno con il suo moveset, le sue mosse speciali e le sue complesse combo, a cui bisognerà poi aggiungere un attacco speciale in scivolata; il Mounting Attack tornerà come in passato. Non bisogna però assolutamente sottovalutare la nuova aggiunta ludica offerta da Capcom, ovvero la componente stealth. La software house ha infatti voluto aggiungere, in questo quinto capitolo, una nuova feature, ovvero i mantelli. Oltre al mantello di foglie, il Ghillie Mantle, che ci consente di avvicinarci alla preda senza essere notati, ne avremo a disposizione tanti altri che aggiungeranno vari effetti sia al protagonista che alla creatura con cui ci scontreremo. Una novità assoluta riguarda il danno causato, che viene espresso numericamente: un modo per garantire che le strategie di combattimento siano il più precise possibili, dal momento che il danno cambierà in base al punto del corpo colpito.
Non dimentichiamo, infine, che il gioco ha un’importante fase multiplayer: in qualsiasi momento sarà infatti possibile sparare un razzo di segnalazione in aria per far entrare in partita un numero massimo di altri tre giocatori. Un fattore che invece non è ancora chiarissimo riguarderebbe l’esistenza del timer: avrebbe senso imporre un tempo limite in un mondo così aperto? Il team ha dichiarato che il timer che abbiamo visto è stato inserito appositamente nella demo, quindi è doveroso precisare come, attualmente, non si abbia la certezza che in futuro sarà aggiunto in-game. Concludendo, possiamo affermare che i fan di vecchia data si sentiranno nuovamente a casa giocando Monster Hunter: World, ma ciò non vuol dire che chi non ha mai toccato con mano un titolo di questa serie non possa innamorarsene proprio adesso; ciò che abbiamo visto finora sembra un ottimo compromesso fra vecchio e nuovo, fra tradizione e innovazione.