Definire il successo di Life Is Strange come una sorpresa è probabilmente assai riduttivo. Non solo è riuscito ad imporsi come uno dei titoli più apprezzati degli ultimi anni ma è diventato addirittura l’ancora di salvezza di Dontnod Entertainment, risollevando le sorti dello studio dopo la non troppo felice parentesi costituita da Remember Me. Ed allora la software house francese ha deciso (spinta probabilmente da Square Enix) di andare all-in e dare nuova vita all’universo del gioco. Lo ha fatto articolando due progetti, un sequel vero e proprio in lavorazione proprio presso i loro studi e destinato ad essere sviluppato dopo la commercializzazione di Vampyr ed un prequel, prodotto invece da Deck Nine.
Life Is Strange: Before the Storm ha fatto la sua iniziale comparsa sul parco della conferenza Microsoft, con un breve trailer destinato a fornire ai fan un’idea generale su personaggi ed ambientazioni presenti nel gioco e che ha introdotto il non troppo ben nascosto elefante nella stanza. L’operazione ideata dalla software house e da Square Enix, ossia introdurre un prequel alle vicende narrate oramai due anni fa, è un’operazione a dir poco rischiosa. Una manovra che danza sulla labile linea che divide l’hype e la felicità dei fan dal pericolo di un semplice riempitivo destinato solamente a fare cassa.
Before the Storm andrà infatti a collocarsi anteriormente rispetto alle vicende narrate nel gioco originale (3 anni prima), portando al centro del progetto il personaggio di Chloe ed indagando le sue relazioni non solo con Rachel Amber (presente anch’essa nel precedente capitolo) ma anche con numerosi altri abitanti di Arcadia Bay. Il fascino in questa scelta risiede nella possibilità di sperimentare con mano e prendere parte a tutti quegli eventi che hanno poi dato il la alle vicende narrate in Life Is Strange e di prendere confidenza con tutta una serie di personaggi fino ad ora meno caratterizzati.
Allo stesso tempo sarà ancora più interessante vedere come e quali effetti avranno sulla narrazione e sulle meccaniche di gioco la mancanza di Maxine e delle sue abilità. In un titolo fortemente condizionato dalla possibilità o necessità di compiere scelte spesso sofferte, l’impossibilità di tornare sui propri passi appare quantomeno terrificante. Anche perché le decisioni che ci siamo trovati a dover prendere nel precedente titolo sviluppato da Dontnod, spesso prevedevano una serie di conseguenze ramificate ed osservabili solamente nel lontano futuro.
Before The Storm non potrà fare lo stesso, o perlomeno non potrà spingersi fino agli estremi cui siamo stati partecipi nel suo predecessore, non tanto per incapacità quanto per precondizioni della sua struttura. L’avventura sarà infatti più corta (e meno costosa) visto che sarà costituita da soli 3 episodi. Una scelta che in tutta sincerità ci sentiamo di condividere. Questo prequel deve infatti essere un gustosissimo antipasto per la vera e propria portata che arriverà in futuro. Non deve rubare la scena a Life Is Strange 2, e non può nemmeno rischiare più di tanto vista la sua lontananza dai creatori originali.
Anche perché purtroppo di pericoli ce ne sono già a sufficienza. A partire dalla mancanza della doppiatrice originale di Chloe. Ashly Burch non ha infatti partecipato alle sessioni di voice-over, a causa dello sciopero in atto recentemente organizzato dal suo sindacato di riferimento. Certo, non può e non deve essere motivo di disinteresse, visto che da quel poco che si è potuto vedere nonostante una certa monotonia nei dialoghi più semplici, nemmeno alla nuova controparte sembra mancare l’espressività. Eppure sarà molto difficile non sentire la mancanza di un’attrice che recentemente ha accumulato una grande esperienza in termini di lead roles, vista anche la sua partecipazione come protagonista ad Horizon: Zero Dawn.
Il secondo rischio è quello di non riuscire a dare effettiva profondità alla storia. Riprendere in mano gli stessi personaggi potrebbe rivelarsi facilmente un’arma a doppio taglio qualora le effettive aggiunte in termini di narrazione fossero minime o addirittura inesistenti. Chloe si è probabilmente rivelato il personaggio più riuscito nel precedente capitolo, nonostante la sua non completa centralità all’interno della narrazione. Il suo ritorno deve essere quindi giustificato da una precisa e profonda caratterizzazione del personaggio e di tutti quegli aspetti di esso di cui ancora non eravamo a conoscenza.
Quello che ci auguriamo, e che sarà anche fondamentale per il successo di Life is Strange: Before The Storm, è il mantenimento dei suoi tratti distintivi. Perso quello relativo al riavvolgimento del tempo, che aveva permesso al gioco di distinguersi dalla sequela di mediocri avventure grafiche uscite negli ultimi anni, rimane un’atmosfera di fondo della produzione che ha fatto delle sue meraviglie citazionistiche e di un’atmosfera sommessamente melancolica i suoi punti forti.
D’altronde tra i motivi per cui Life Is Strange era riuscito a far innamorare molti di noi, c’era il realismo con cui portava sullo schermo personaggi e situazioni in cui chiunque potesse ritrovare sé stesso. Era riuscito a diventare uno dei rari videogiochi interattivi, capaci di traslare una realtà complicata in semplici sequenze di codice. E allora, se siete tra coloro che passeggiando sulla sabbia di Arcadia Bay si sono sentiti come a casa propria, vi diamo un consiglio in vista di Before The Storm: sospendete il vostro giudizio, i vostri dubbi o le vostre aspettative. Ora come ora il titolo di Deck Nine Games può rivelarsi l’ennesimo homerun supervisionato da Dontnod o un pericoloso passo falso in vista del vero e proprio sequel. Solo il tempo ce lo dirà. E stavolta non si può proprio tornare indietro.