Layers of Fear è l’ultimo prodotto della promettente software house Bloober Team. Una casa indipendente formata da una coppia di sviluppatori polacchi, seriamente intenzionata a lasciare un segno importante nel campo videoludico, ispirandosi anche a quel PT che non si trasformerà in Silent Hills. E se il precedente prodotto, Brawl, è parso a gran parte della critica insufficiente, Layers of Fear, ora in accesso anticipato su Steam, sposta drasticamente l’asticella verso un livello qualitativamente di grande spessore.
Il gioco mostra subito ai fruitori la propria natura: siamo di fronte ad un’avventura in prima persona, una sorta di racconto interattivo, basato su una narrazione potente e complessa ed un impatto visivo di notevole fattura. La trama insomma è forse la componente principale e meglio sviluppata, capace com’è di instillare nell’animo del videogiocatore quel senso di angoscia, quelle sensazioni macabre e misteriose che fanno da train d’union a tutto l’intreccio.
Vestiremo i panni di un ignoto pittore, nel momento del suo rientro a casa nel bel mezzo di una serata di tempesta. A fare da introduzione una frase dello stesso, con la quale verremo subito a conoscenza della strana brama di completare qualcosa di incompleto, per poter riprendere ciò che il fato ci ha crudelmente tolto. L’enorme casa in stile vittoriano si apre quindi ai nostri mouse, a prima vista completamente esplorabile. In realtà, una volta riusciti ad entrare nello studio privato del problematico artista, il prodotto sposterà nettamente l’approccio di gameplay, andando a vincolarci su binari ben definiti e limitando in maniera drastica le possibilità di esplorazione.
Layers of Fear non è insomma una copia di Gone Home, ma piuttosto un pauroso viaggio interattivo nella mente del protagonista. Ogni pennellata che riusciremo a dare alla nostra lugubre tela non farà altro che aprire nuovi e più preoccupanti percorsi all’interno di una magione che cambia e si trasforma assieme a quanto scopriremo sulla vita dello strano disegnatore, sulla sua terrificante arte e sulla morbosa relazione con l’adorata moglie. Bisogna dirlo, senza scadere nel pericolosissimo spoiler: Bloober Team è riuscita a creare una storia di grandissimo impatto, densa di sfumature e di connessioni tanto scabrose quanto elettrizzanti, all’interno di un calderone di emozioni che crescerà in un climax di indiscussa qualità.
Layers of Fear comunque non si limita a raccontare, ma come abbiamo accennato in prima battuta, si impegna a coinvolgere il giocatore attraverso un gameplay semplice, forse anche limitato, ma capace di impaurire anche il più duro dei gamer.
Le tecniche di design usate sono numerose: la colonna sonora sempre partecipe, la precisa disposizione degli oggetti di scena, i rumori improvvisi, i cambi di prospettiva, i giochi di luce e via discorrendo. Il gioco si premura di fornire tutti gli strumenti per un sano e genuino spavento, senza mai scadere nella noia, o peggio ancora, nell’esagerazione, permettendoci di continuare a giocare stimolati dall’adrenalina e dalla curiosità di voler, comunque vada, andare avanti.
Certo, il sistema, come abbiamo detto, è molto pilotato, praticamente non ci sarà mai niente di complicato da dover fare, se non raccogliere ogni tanto qualche oggetto o interagire con l’ambiente. Comunque sia non si può certo parlare di enigmi o di puzzle particolarmente ostici, tutt’altro. Il prodotto punta insomma, è evidente, ad intrattenere il pubblico seguendo un percorso narrativo apportato principalmente all’immedesimazione, al coinvolgimento ed alla trama di spessore.
In ultimo va analizzato il comparto grafico e sonoro, vera punta di diamante dell’intero sviluppo. Come abbiamo visto, il gameplay pur se coinvolgente, è comunque piuttosto deficitario. Fortunatamente il prodotto si concentra su altri punti di interesse, tra i quali per l’appunto l’impatto audiovisivo, indubbiamente di grande qualità. Il motore Unity viene utilizzato al meglio, regalando delle texture di ottimo livello, buon dettaglio e piacevole fattura.
Sicuramente i giochi di chiaro scuro e di luci ed ombre favoriscono l’occhio, che spesso e volentieri è più attento a percepire un movimento o un bagliore improvviso, piuttosto che la reale definizione di oggetti ed arredamenti. Questi ad ogni modo sono sempre ben caratterizzati e resi in maniera ottimale, grazie ad una evidente cura del dettaglio e dei piccoli particolari (non ci sono sfuggite le numerose opere d’arte di cui il gioco è pieno, tra le quali merita una nota personale uno degli Incubi del grande Fussli).
Ad accompagnare l’occhio, anche l’orecchio rimane sinceramente soddisfatto, grazie ad una colonna sonora consona ed importante, capace soprattutto di seguire passo dopo passo il difficile e pauroso viaggio nell’inconscio del protagonista, rivelandosi spesso colonna portante dell’intera struttura delle forti emozioni trasmesse.
Il gioco insomma si presta comunque poco agli amanti dell’azione pura o dell’adrenalina “da battaglia”, mentre offre spunti notevoli dal punto di vista della caratterizzazione e della narrazione, ponendosi decisamente in un settore di nicchia, anche alla luce di una longevità non proprio enorme (allo stato attuale di Early Access), che rende Layers of Fear un vero ibrido tra gioco e racconto.
Layers of Fear, come altri prodotti particolari prima di lui (abbiamo già citato Gone Home e PT) si pone in un posto speciale nel panorama videoludico, essendo votato più alla narrazione che alla interazione. Il giocatore viene introdotto nell’ambiente di gioco, per poi essere invitato a condividere e sperimentare le paure e le angosce dello strano protagonista, immergendosi in una macabra spirale fatta di scoperte e deduzioni.
Pur non mancando il pathos e la suspance degna dei migliori film horror, LoF manca indubbiamente di giocabilità in senso stretto e quando ci prova mostra i suoi limiti. È un racconto su binari e come tale deve essere acquistato. Non possiamo quindi che consigliarne l’acquisto a chiunque sia interessato a sperimentare qualcosa di diverso dal solito sparatutto o dai punta e clicca rompicapo, avvertendo però allo stesso tempo sulla natura prettamente visiva e narrativa del software, tenendo inoltre presente che dovrà attendere mesi prima che l’avventura venga rilasciata nella sua completezza