Imagine Earth può sembrare, ad un primo approccio, una pallida imitazione dei tanti giochi che seguono, con alterne fortune, la scia di mostri sacri del settore quali Civilization. Invece, superato un tutorial tanto lungo e prolisso, quanto poco utile per le dinamiche avanzate, scopriremo un gioco sicuramente non molto originale, ma solido ed efficacie nel gameplay. Ricordiamo ai lettori che si tratta di un early access: gli elementi di gioco sono destinati a profonde modifiche (già in questo momento è previsto un importante aggiornamento riguardo a pianeti abitati da popolazioni native), che non mancheremo di raccogliere in articoli futuri.
Imagine Earth ci catapulta in un mondo di gioco nel quale l’uomo sta colonizzando l’universo conosciuto e non. Seguendo la modalità campagna dovremo cercare di abitare e sfruttare i pianeti che ci verranno via via assegnati, in maniera da poter mantenere sempre in equilibrio le varie forze all’interno del mondo di gioco. Non si tratterà di una vera e propria storia, né di qualcosa di entusiasmante o dalla grande trama. Ma pur mancando un intreccio narrativo stiate sicuri che a sopperire verrà il gameplay vero e proprio. Il sistema si basa sul deposito in superficie di moduli abitativi, che costituiranno il centro residenziale vero e proprio. Accanto ad essi potremo affiancare altri moduli residenziali, strutture agricole, produttive od energetiche. Il tutto si baserà quindi su questi quattro elementi. Fondamentale però ricordare che il primo modulo influenza anche l’area cittadina di costruzione: i mondi, pur se grandi, dovranno quindi essere tappezzati di città per essere sfruttati a pieno. Purtroppo l’urbanizzazione è controllata dai capi spedizione, ovvero da coloro che imporranno al giocatore gli obiettivi di missione, i quali possono prevedere, al loro raggiungimento, l’assegnazione di nuove città. Sbloccando invece altre sotto quest sarà possibile ottenere dei punti di ricerca, anche essi molto importanti per accedere a nuove strutture.
Una pecca vistosa riguarda tra l’altro proprio le strutture: sebbene la loro gestione sia ben congeniata, non si può dire lo stesso dei modelli scelti. Francamente, che un popolo capace di gestire pianeti ed abitare lo spazio, debba poi affidare gran parte della propria produzione energetica al carbone è a dir poco fuori luogo. Dettagli, perché si potrebbe chiamare ogni struttura con nomi completamente inusuali senza cambiare il senso del gameplay, ma anche il raziocinio vuole la sua parte. La complessità del software si nota quasi subito. Il pianeta che abiteremo è esposto in tutta la sua sfericità, mentre le costruzioni occuperanno i pentagoni della griglia che scompone ordinatamente il mondo. Ogni edificio otterrà benefici o malus a seconda della natura del suolo occupato o dei vicini presenti. Pertanto le zone residenziali vedranno malvolentieri edifici di produzione o di agricoltura, sempre che di questi ultimi non si siano sbloccati i vari miglioramenti. Un gioco ad incastri insomma che, se sommato al valore di inquinamento delle emissioni di anidride carbonica, si rivelerà molto difficile da gestire. Parliamo insomma di un gestionale in piena regola, nel quale una mossa sbagliata potrebbe comportare la fine dell’industrializzazione e l’inizio di un’armageddon distruttivo (dovuta al surriscaldamento ed all’inquinamento sfrenato), con conseguente game over. L’insieme di elementi, quali la tipologia delle strutture, la dinamica del suolo, lo sfruttamento delle risorse e dei punti di ricerca, crea un mix tanto eterogeneo quanto interessante e godibile dal punto di vista prettamente di gioco.
Imagine Earth rimane una produzione indipendente, e come tale fa di tutto per spremere al massimo il proprio motore grafico, con risultati indubbiamente interessanti. Graficamente siamo di fronte ad un semplice ma funzionale sistema di mondi, nei quali la visuale rimane sferica e segue le geometrie planetarie, attraverso dei colori pastellosi, che passano dalle corpose tonalità di verde ed oro proprie della vecchia Terra, ai più luminescenti astri che circondano i pianeti colonizzati. Il gioco non soffre di problemi tecnici evidenti, sebbene non debba comunque calcolare mai situazioni troppo pesanti ed ingombranti. Ragion per cui, nonostante si tratti di un software ad accesso anticipato, bisogna complimentarsi con gli sviluppatori (i Serious Brothers) per questo piccolo gioiellino di fluidità.
Il level design è intrigante, sebbene ancora povero allo stato attuale. Non deve però colpire negativamente: il team lavora assiduamente per aggiungere elementi nuovi, sia visivi che di gameplay, facendo si che il prodotto sia in costante evoluzione ed espansione. Certo l’approccio grafico, parlando di tipologia di ambientazione e disegno, è forse un po’ troppo fanciullesco, vista la velleità gestionale spaziale del titolo, ma sicuramente di qualità, rappresentando semmai un neo completamente personale. Deludente invece il comparto audio, spesso oramai poco seguito, a causa sicuramente sia di materiale umano (quella delle musiche è indubbiamente una delle componenti più artisticamente complesse in un videogame) che di noncuranza nei confronti di quello che spesso viene considerato un accessorio. Accessorio forse, ma fondamentale per la compenetrazione del consumatore. Fattore che in Imagine Earth è praticamente assente. Tutto sommato comunque, un titolo che potrà dare grandi soddisfazioni, soprattutto se verranno confermate le aggiunte e gli impegni promessi dagli sviluppatori. Senza di questi infatti, un progetto che potrebbe diventare grande, sarà comunque destinato a scomparire, anche a causa del prezzo piuttosto elevato di 24,99€.