Grazie anche alle recenti saghe cinematografiche, il genere distopico è riuscito ad affascinare molte persone. Questo ha dato la possibilità di immaginare mondi molto diversi tra loro, uno di questi è proprio Homefront. Un po’ come succede nel film “Alba Rossa” (anche se nella pellicola originale era l’Unione Sovietica a conquistare l’America, mentre nel remake è la Corea del Nord), gli Stati Uniti d’America vengono invasi dalla Grande Corea (una nuova nazione immaginaria che vede unite le due Coree più alcuni stati conquistati militarmente, come il Giappone).
Ovviamente non tutti restano a guardare, creando una resistenza. Anche se la trama del secondo capitolo non è molto diversa dal primo, sono molte le cose che cambieranno, andiamo quindi a scoprire tutte le sorprese di Homefront: The Revolution, in uscita il 20 maggio in Europa.
Partiamo con la prima novità di rilievo, in The Revolution, rispetto al predecessore, ci ritroveremo davanti ad una mappa open-world liberamente esplorabile. Questo cambiamento, oltre ad aumentare le ore di gioco grazie alle varie missioni secondarie, può essere uno spunto in più anche a livello narrativo.
Il giocatore infatti può, per la prima volta, osservare con i suoi occhi il mondo che la Grande Corea ha creato, come questo ha avuto effetto non solo sui luoghi dell’America, ma anche e soprattutto sui suoi cittadini. La varie quest possono anche delineare meglio il tutto, facendoci scoprire nuovi personaggi e situazioni inedite.
Anche questa volta il protagonista è un nuovo combattente della resistenza di nome Ethan, ma il luogo dove si tiene la battaglia è Philadelphia. L’obiettivo principale è quello di salvaguardare le poche zone che l’America è riuscita a riconquistare dopo una lunga lotta. Le cose non vanno così bene, perché ovviamente i nemici non restano a guardare e, anzi, sono pronti a riprendersi quello che era loro.
I tre distretti di Philadelphia promettono, in un certo senso, tre stili di gioco diversi. Ci ritroveremo infatti davanti a tre aree, quella verde la possiamo definire come base delle forze della Grande Corea. In questo luogo hanno acqua potabile, un generatore di corrente ed un forte per difendersi dai nemici. In pratica è un luogo in cui è molto difficile avvicinarsi, cosa che sicuramente ci spinge ad usare tattiche stealth.
Se i nemici sono troppo numerosi, uno scontro a fuoco non sarebbe la cosa più intelligente da fare, dovendo per forza ricorrere all’astuzia. Non è nemmeno saggio utilizzare le uccisioni in stealth, perché se le forse avversarie sono massicce, si renderanno subito conto dell’accaduto e saranno allertate.
Non tutti i distretti sono così, quello giallo ad esempio è una sorta di “terra di mezzo”, un ghetto dove abitano i cittadini e dove ci sono molte pattuglie della Grande Corea. Qui è un po’ più facile potersi infiltrare, ma bisogna sempre restare vigili. Inoltre, vista la presenza di altre persone, non è da escludere che sia una delle zone con più missioni secondarie nel gioco. A far compagnia alla popolazione non ci sono solo droni, ma anche delle telecamere sempre attive, queste ultime saranno sicuramente un problema per la resistenza.
Infine, abbiamo l’area rossa, questa è una sorta di quartier generale della resistenza, ma non è il posto più confortevole che esista. Ci sono solo detriti, macerie e poco altro, ma la presenza della Grande Corea è comunque massiccia. Inoltre se c’è una pattuglia in giro, questa è autorizzata a sparare a vista e chiamare anche rinforzi. Quindi anche se siete praticamente “in casa”, bisogna sempre tenere gli occhi ben aperti.
L’esplorazione è anche spinta da altri fattori, ad esempio la raccolta di diversi materiali che si possono utilizzare per creare e modificare armi o equipaggiamenti di altro tipo. Un’altra funzione invece permette di modificare le armi durante il combattimento a fuoco, in modo tale da cambiare tattica in base ai nemici.
Oltre alla modalità storia, nel gioco è anche presente una modalità multiplayer. Diversamente dal primo capitolo però, non ci ritroveremo davanti ad una modalità competitiva, ma bensì cooperativa chiamata “Resistance Mode”, questa ha delle differenze anche con la modalità storia.
Stando alle parole degli sviluppatori, sono differenti sia la storia che i personaggi che incontreremo, ma hanno anche dichiarato che la difficoltà è ad un altro livello. Tanto da dire che è simile ad un gioco della serie Souls, quindi non possiamo che aspettarci una sfida molto impegnativa, almeno a parole, per ora.