kingdomgame.it
Anteprima

Gwent – Provato, Gamescom 2016

L’articolo è stato scritto grazie al portatile Asus GL552 durante la Gamescom 2016.

Alzi la mano chi, come me, ha passato ore e ore su The Witcher 3 a giocare a Gwent. In tanti si sono fatti rapire dal minigioco di carte collazionabili presente nell’ultimo capitolo dello strigo. La sua qualità e complessità erano talmente elevate da poterlo definire “un gioco in un gioco”, le richieste di rendere Gwent un titolo a sé stante giocabile senza la necessità di passare attraverso The Witcher 3, sono arrivate in gran quantità.

Per quale motivo dovrei scaricare Gwent stand-alone se posso già giocarlo? Questa è una domanda che in molti si saranno posti al suo annuncio. La risposta non è tardata ad arrivare, è ciò che immediatamente, ad inizio presentazione, ci è stato chiarito.

Un nuovo Gwent

Gwent non è una semplice riproposizione uno ad uno di ciò che abbiamo visto in The Witcher 3, ma vede introdotte nuove carte abilità, una nuova interfaccia, un ribilanciamento generale anche in vista della modalità multiplayer competitiva, anch’essa una nuova introduzione.

Quello che stupisce di Gwent è il livello produttivo generale, seppur la distribuzione verrà legata ad un modello free to play – con microtransazioni, che, da quanto comunicato, non dovrebbero costringere il giocatore a comprarle – il titolo è più completo di quanto si possa pensare.Gwent provato Gamescom 2016

Non si allarmi chi già pensava di poterlo giocare solo contro altri giocatori in rete, una delle novità è proprio una campagna singleplayer dedicata dalla durata di più di dieci ore. Lo stupore continua nel momento in cui scopriamo che questa ha tutto ciò che contraddistingue le grandi avventure di Geralt.

La storia fa parte dell’universo di The Witcher, questo vuol dire che ne prenderanno parte i personaggi che già conosciamo, come lo stesso Geralt, ma anche di nuovi. Questo non può che far piacere agli amanti dell’universo creato Andrzej Sapkowski, che potranno riviverlo ancora una volta a poca distanza dall’ultimo capitolo, in attesa della prossima incarnazione del brand. Non mancheranno nemmeno le famose scelte e le relative conseguenze.

Una nuova avventura per lo strigo

In Gwent, al contrario di ciò che si potrebbe credere, non si gioca semplicemente a carte, CD Projekt ha avuto la brillante idea di rendere tutto ciò che anticipa le battaglie tra mazzi quasi come un libro game o un GDR dal vivo. Avremo una mappa esplorabile con una visuale isometrica con indicata la via da intraprendere per proseguire la storia, se non volessimo farlo potremo semplicemente girarci intorno alla scoperta di ciò che ci circonda.Gwent provato Gamescom 2016

Potremmo per esempio raggiungere una rovina, dove un narratore esterno ci racconterà quello che stiamo vedendo e quello che sta accadendo. A questo punto potrebbe venirci chiesto per esempio di decidere se esplorarla o semplicemente levare i tacchi ed andarcene. Il team ha promesso che ci saranno situazioni ben più complesse e con svariate scelte disponibili. Compiere o meno un’azione potrebbe essere ricompensato con una nuova carta da aggiungere al nostro mazzo.

Giochiamo a Gwent

Arriviamo ora al Gwent stesso, il quale non si dissocia da quanto giocato in The Witcher 3, anzi, i giocatori che già lo conoscono non avranno problemi ad approcciarlo. Nella demo provata erano disponibili quattro mazzi già visti in precedenza: quello degli Scoia’tael, di Skellige, dei mostri e del Reame del Nord, ai quali se ne uniranno altri.

Ognuno con diversi tipi di razze e creature, si distingue innanzitutto per lo stile di combattimento che questi adottano. Tenendo inoltre presente che ogni mazzo ha nello stesso carte con abilità uniche.

La prima operazione, una volta in partita, è quella di scartare tre carte, nella speranza che ne vengano pescate altrettante più utili.

Al meglio di tre round vince chi alla fine di ognuno di essi risulta con un punteggio più alto. Questo è la somma del valore presente sulle carte dei combattenti disposti sul terreno. Se alla prima ciò possa sembrare semplice, ciò che ha reso Gwent così apprezzato è proprio la sua profondità celata in un gioco di carte all’apparenza basico.
Gwent provato Gamescom 2016

I due campi di battaglia hanno tre file in cui si posizionano le tre classi di carte: in quella più alta trovano posto i combattenti a corto raggio, in quella centrale gli arcieri e nell’ultima le armi fisse a lunga gittata come le catapulte. Il risultato in battaglia può essere ribaltato dalle abilità speciali delle carte, dalle carte eroe – sono quelle più “prestigiose”, con un valore più alto – e anche da quelle meteo che portano ad uno il valore di ogni carta presente su un linea del capo da gioco.

Decidere quante e quali carte utilizzare ad ogni turno è fondamentale, utilizzarle tutte al primo, battendo sì l’avversario, ma rimanendo a mani vuote in quello successivo, non è sicuramente una buona tattica.

Gwent è già ora un titolo ben più completo di quanto mi aspettassi con inoltre la solita cura di CD Projekt, non resta che aspettare la beta chiusa che sarà disponibile per PC e Xbox One – successivamente per PS4 – il 25 ottobre prossimo.

Seguici su Facebook