Fino a qualche settimana fa, non ero nemmeno a conoscenza dell’esistenza di Furi, un particolare titolo indie caratterizzato da intensi e frenetici scontri uno contro uno. Furi, infatti, vede il giocatore a “tu per tu“ con il boss di turno. Fondamentalmente, si tratta di un action con visuale isometrica frenetico e veloce, in cui l’obiettivo primario risulta essere quello di assimilare i pochissimi comandi a disposizione, al fine di utilizzare la migliore tattica possibile per cercare di sconfiggere i vari boss.
L’intenzione dei ragazzi di The Game Bakers, infatti, è quella di offrire un alto tasso di sfida, senza però dare all’utente l’ulteriore “difficoltà” di imparare e memorizzare un gran numero di comandi per eseguire diverse combo. No, Furi non è questo. Furi si basa su una struttura di gioco semplice, che presenta l’altra faccia della medaglia per quanto concerne, invece, la potenza del nemico e la capacità di quest’ultimo di mettere in seria difficoltà la riuscita della boss fight. Starà poi al giocatore combinare i comandi principali per approcciarsi alle caratteristiche di ogni determinato avversario. Insomma, si dovrà scegliere la propria strategia da attuare, cercando di cogliere i suoi punti deboli.
La sequenza di gioco che ho provato è stata quella iniziale, che funge – inevitabilmente – da tutorial. La prima domanda è: che tipo di personaggio impersoneremo? Il classico protagonista con tinte giapponesi; capelli biondo platino legati con una fascia, armatura celeste e appariscente e una katana che non perdona. Insomma, si tratta del classico – ma davvero ispirato – combattente giapponese… una sorta di samurai moderno. Ciò non deve affatto stupire, visto che il gioco ha potuto godere della partecipazione di Takashi Okazaki, colui che ha dato vita ad un’altra produzione videoludica: Afro Samurai. Okazaki ha provveduto a donare uno stile unico ad ognuno dei guardiani (il nostro personaggio è infatti un prigioniero) che si manifesteranno nel corso dell’avventura.
Il protagonista, quindi, è tenuto prigioniero e – per forza di cose – deve far valere le proprie abilità e sconfiggere con i propri mezzi coloro che contrastano il suo desiderio e la sua voglia di libertà. Al momento, della trama non si sa poi moltissimo, ma di una cosa si è assolutamente certi; come affermato dagli sviluppatori, il samurai non combatte per caso. Una ragione c’è, ovviamente. Nel corso della storia, si farà a poco a poco luce sui motivi che lo hanno portato ad essere imprigionato. Nella build di prova, ho potuto assistere a ben due fasi di intermezzo, provviste del doppiaggio in giapponese, inglese e francese con l’accompagnamento dei sottotitoli in lingua inglese, giapponese, tedesca, francese e anche italiana! La localizzazione in italiano è senz’altro importante, perché rende appetibile il titolo a tutti i videogiocatori della penisola, e dunque non solo a coloro che masticano le maggiori lingue europee e quella nipponica.
I comandi di gioco sono assolutamente semplici da assimilare. È bene premettere però subito una cosa; nonostante la prova su PC, è consigliato l’utilizzo di un gamepad. Io, ovviamente, ho colto l’invito degli sviluppatori e devo dire di essere rimasto alquanto impressionato dalla estrema reattività dei controlli, che non fanno altro che rendere il gameplay vivo, frenetico e appagante.
Come specificato, si dovrà tenere alta la concentrazione, altrimenti il boss di turno non si farà dei problemi a sconfiggerci in men che non si dica. Andando a descrivere la configurazione dei controlli, c’è da specificare che l’analogico destro funge da arma nella distanza, dando la possibilità di sparare dei proiettili istantanei con la possibilità di caricare un colpo più potente, tramite la pressione prolungata del tasto R2. Gli altri due comandi disponibili, inoltre, sono quelli della parata, eseguibile con il tasto cerchio, e della schivata chiamata anche dodge, eseguibile con il pulsante X.
Il titolo è essenzialmente un action frenetico con visuale dall’alto, caratterizzato da delle battle arena uno contro uno. Il nostro eroe e il nostro avversario hanno una barra vitale. La nostra è, fondamentalmente, costituita da 10 quadrati con tre vite (di fatto tre possibilità) di poter affrontare nuovamente l’avversario, senza iniziare nuovamente daccapo. Il boss, invece, ha due barre vitali: la prima è di colore blu ed è attiva quando lo scontro si tiene con visuale isometrica.
Una volta terminata la barra blu, l’avversario sarà inattivo per alcuni secondi, utili per avvicinarci ad egli e dare “inizio” alla seconda fase della sfida, ravvicinata e delimitata da uno spazio di arena decisamente ridotto. In quel frangente il titolo si trasforma, difatti, in un action in terza persona, in cui si dovrà stare attenti agli attacchi del nemico, eseguendo delle parate e delle schivate, al fine di agire al momento giusto, cercando di esaurire la barra vitale rossa. Una volta sconfitto, inizierà nuovamente una nuova fase del match, finché non finiranno – per così dire – le sue vite.
Furi potrebbe essere un titolo in grado di regalare alte soddisfazioni. Resta da vedere se il gameplay riuscirà a regalare emozioni sempre nuove, avanzando di boss fight. Il gameplay è composto da meccaniche semplici e ogni boss dovrebbe avere delle abilità uniche e un modo differente di combattere. Speriamo che sia veramente così, in maniera tale da non ritrovarci tra le mani un videogioco ripetitivo e alla lunga snervante, perché privo di varietà.
Finora comunque il primo combattimento, è stato capace di trasferirmi delle sensazioni positive, ma prima di provare la versione definitiva, preferisco andarci con i piedi di piombo. In ogni caso, è un titolo da tenere in considerazione. Potrebbe rivelarsi una sorpresa o – al contrario – un buco nell’acqua. Comunque, non manca molto per scoprirlo.