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Far Cry Primal – Quello che c’è da sapere prima dell’uscita

Un lavoro di scorta nell’isola di Cabatu, un omicidio da compiere nell’Africa centrale, una folle vacanza alle Rook Islands e un ultimo desiderio da esaudire nel Kyrat. Insomma, di avventure Far Cry ce ne ha fatte vivere parecchie, anche di davvero bizzarre. Vi ricordate quando avete sconfitto dei Blood Dragon con la vostra cyber tuta in un mondo dai colori fluo?

Il tutto comunque sempre nel presente o in un futuro alternativo. E se invece facessimo un salto indietro nel tempo? Un salto molto lungo, magari nel 10.000 A.C., durante l’età della pietra. Il tutto mantenendo le caratteristiche peculiari della serie Ubisoft. Un vasto open world in cui la lotta è fondamentale per la sopravvivenza, qui come mai prima d’ora, dei predatori da temere o sfruttare a nostro vantaggio e dei personaggi tutti da scoprire.

Questo è Far Cry Primal, niente armi da fuoco, ma medesime emozioni.

Lascia il tuo fucile a casa…

Appena venne annunciato, il clamore fu molto, da una parte positivo per la scelta di un periodo storico originale e fresco per la serie, dall’altra parte furono ridondanti le lamentele per la ovvia mancanza di bocche da fuoco.

Far Cry Primal anteprima

Opinione quest’ultima non poi così sbagliata, Far Cry nasce come sparatutto da una software house – Crytek – che di fucili, pistole e affini se ne intende. D’altronde ci siamo tutti affezionanti alle molteplici modifiche che abbiamo fatto alla nostra spara piombo preferita gli anni passati, che si trattasse di passare inosservati o generare più confusione possibile.

Quanto sia ampia la personalizzazione dei nostri armamenti la scopriremo a gioco completo, ma non è difficile immaginare già da ora che applicare un silenziatore ad un’ascia non sia proprio fattibile.

Prima regola: sopravvivi

Tralasciando questo, lo spirito della serie sembra rimasto inalterato, con però l’aspetto legato alla sopravvivenza salire i gradini delle meccaniche di gioco. Se nei passati Far Cry eravamo all’apice della catena alimentare, qui la faccenda è completamente capovolta. Gli anni scorsi eravamo noi a cacciare, senza troppo timore delle bestie più feroci, qui è il contrario. Non abbiamo la sicurezza che può infonderci un fucile: un bastone appuntito, qualche freccia ed un’ascia è ciò che potrebbe salvarci dal poderoso attacco di una tigre dai denti a sciabola.

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L’open world che ci attende in Oros è quindi più crudo e selvaggio, ma le possibilità che ci verranno date non si discosteranno molto da quanto affrontato in passato. Oltre all’esplorazione che ci permetterà di reperire materiali utili per migliorare il nostro equipaggiamento, tornano le missioni secondarie di salvataggio e la liberazione degli avamposti.

…e anche la macchina fotografica.

Questa che avviene in un modo non troppo diverso da quanto fatto in passato. La prima fase è sempre quella dell’avvistamento dei nemici, in modo da organizzare una strategia d’approccio in base ad essi. In assenza di binocoli e di macchine fotografiche, Ubisoft ha ben pensato di sfruttare gli animali presenti nel mondo di gioco. Possiamo infatti richiamare un gufo che, esplorando la zona dall’alto, ci permette di individuare i pericoli per poi segnarli a schermo e sulla mappa.

Non è l’unico aiuto che possiamo ricevere, dalla nostra possiamo avere un ghepardo, un lupo, un orso e altri animali che scopriremo a gioco completo. Ognuno da preferire in base alla situazione. Il lupo è adatto durante l’esplorazione, infatti ci allerterà in caso di preda nelle vicinanze, il ghepardo è il migliore alleato durante le fasi stealth e se poi ci dovessero scoprire, l’orso farà il lavoro sporco per noi. Impersonando Takkar quindi, dovremo sfruttare al meglio le bestie dominate per riuscire a sopravvivere.

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Non solo la natura metterà a repentaglio la sua vita, ma anche l’uomo. Le tribù che popolano Oros sono tutt’altro che ospitali. Gli Udam sono una di queste, feroci cannibali che non si fanno scrupoli per un po’ di carne. Ull, il loro capo, sembra essere “il nuovo Vaas”, il cattivo di turno che incontreremo e affronteremo durante l’avventura.

Il resto dei pericoli e delle possibilità date da questo Far Cry ambientato durante l’età della pietra, le scopriremo a gioco disponibile. Non manca molto ormai, il 23 febbraio – 1 marzo per la versione PC – è vicino, solo allora scopriremo se effettivamente la serie ha bisogno a tutti i costi delle spara piombo o se asce e lance possono bastare.        

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