“Un ipotetico Dragon Ball Xenoverse 2 con un roster più vasto, un hub più completo e scenari completamente distruttibili e più interattivi consacrerebbe la serie come uno dei migliori tie-in degli ultimi anni.”
Con queste parole, circa un anno fa, chiudevo la mia recensione di Dragon Ball Xenoverse, augurandomi di rivedere la formula proposta da Dimps in un titolo che finalmente rendesse giustizia a Son Goku e soci, dopo gli anni di alti e bassi dall’epopea d’oro su Playstation 2.
A più di un anno di distanza lo studio di sviluppo giapponese ci riprova: Dragon Ball Xenoverse, nel febbraio 2015, ebbe il merito di portare una soluzione alternativa nel franchise videoludico di una pietra miliare come l’opera di Akira Toriyama. Il suo più grande pregio fu però anche il suo più grande difetto: nel voler essere un ibrido innovativo tra MMORPG, gioco di ruolo e picchiaduro ha finito col portare con sé una serie di lacune che ibrido lo hanno fatto rimanere – pur affermandosi come un buon prodotto su Dragon Ball.
La struttura di Xenoverse fu interessante, ragion per cui ho seguito con interesse ogni possibile sviluppo su un ipotetico sequel. L’annuncio è arrivato nelle ultime ore come un fulmine a ciel sereno, con un misterioso countdown diffuso sul web da Bandai Namco seguito dal primo teaser trailer di Dragon Ball Xenoverse 2.
Questo articolo non vuole essere un’anteprima o uno speciale di un videogioco sul quale non si sa quasi nulla, se non che uscirà entro la fine del 2016 su Playstation 4, Xbox One e PC. Piuttosto vuole essere una breve riflessione su cosa possiamo aspettarci da Xenoverse 2, poiché qualche piccolo indizio il trailer ce lo ha dato.
Dragon Ball Xenoverse è stato un videogioco che, nei toni, era piuttosto “caciarone” – un po’ come tutte le produzioni videoludiche legate al manga di Toriyama, che presentavano atmosfere piuttosto scanzonate e poco mature. Xenoverse 2, invece, appare molto più cupo di quel che ci si aspettava.
I toni nel trailer sembrano piuttosto drammatici, come drammatiche le scene che Namco ha scelto di montare. Dalla morte di Bardack per mano di Freezer alla celebre scena di Future Trunks che si trasforma in Super Saiyan per la prima volta, davanti al cadavere del suo maestro Gohan. Il tutto ragionando sul concetto del tempo e delle sue mutazioni, segno evidentemente che, dal punto di vista narrativo, la filosofia sarà la stessa del primo Xenoverse: compito del protagonista sarà riparare le fratture temporali e combattere al fianco dei Guerrieri Z nelle saghe più iconiche di Dragon Ball.
Anche l’hub di gioco sembra molto più vasto e maturo rispetto alla fiabesca Toki Toki City, in questo senso mi aspetto miglioramenti significativi in una delle feature più carenti di Dragon Ball Xenoverse: l’aspetto social per interagire con gli altri utenti, una caratteristica piuttosto limitata per un MMORPG che si rispetti.
Quando si parla di un videogioco tie-in dedicato a uno shonen – vedi i vari Naruto, One Piece e compagnia – il desiderio più grande di un appassionato è avere a disposizione un roster e un parco skin dei propri combattenti il più dettagliato e completo possibile.
Dragon Ball Xenoverse peccava anche in questo: i “soli” quarant’uno personaggi disponibili non sono bastati, a fronte del numero sconfinato di combattenti presenti nelle vecchie iterazioni dedicate a Dragon Ball. In particolare pesavano assenze significative, come le varie trasformazioni di Freezer, Cell e Majin Bu, ma anche personaggi come Zarbon e Dodoria, sacrificati da alcuni soldati che definire scarsi è poco. Senza contare i villain dei lungometraggi, limitati ai soli Broly e Bills – quest’ultimo, tra l’altro, è ormai da considerarsi un personaggio appartenente all’anime grazie a Dragon Ball Super.
Dal trailer ho appreso con piacere che Zarbon e Dodoria saranno della partita, così come Tarles e Slug – due degli antagonisti appartenenti ai film più amati. La scena finale, che ritrae come già detto Future Tranks, fa inoltre sperare la presenza di versioni dei nostri beniamini preferiti mai apparse in un videogioco, almeno in tempi recenti e su una console ammiraglia.
Senza contare i nuovi combattenti introdotti in Dragon Ball Super, come il fratello di Bills, Champa, e i guerrieri appartenenti al sesto universo – per chi non lo sapesse, il nuovo anime ha introdotto la presenza di ben dodici universi paralleli e alternativi, dei quali quello che conosciamo popolato da Goku e gli altri è il settimo.
Inoltre è da non sottovalutare il comparto artistico. Pochi secondi di sequenze video mi hanno fatto capire che Dragon Ball Xenoverse 2 sarà il videogioco di Dragon Ball graficamente più dettagliato di sempre. Tutte queste premesse mi fanno, in conclusione, ben sperare su Dragon Ball Xenoverse 2: l’opera di Toriyama è orfana da troppi anni di un interprete videoludico di vero spessore. Che l’attesa sia finalmente finita?