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Anteprima

Detroit Become Human – Anteprima, Il Ritorno di David Cage!

Prime impressioni ed informazioni sull'ultima fatica di Quantic Dream, dopo la prova della demo rilasciata.

A quasi 5 anni dal discusso Beyond: Two Souls, David Cage e lo studio francese Quantic Dream tornano in scena con Detroit Become Human, nuova avventura in arrivo il prossimo 25 Maggio, in esclusiva su PlayStation 4.

La storia di Quantic Dream e del designer David Cage è tanto controversa quanto importante per il panorama videoludico. A partire da quel Fahreneit che molti idolatrano a quasi messia di un nuovo genere videoludico, sino al più recente – manco troppo – e discusso Beyond: Due Anime, la dimensione abbracciata dalle avventure interattive dello studio francese ha avuto l’indiscutibile merito di valicare la linea di confine interposta tra cinema e videogioco, avvicinando come mai prima si era visto quest’ultimo al primo. Dopo quasi 5 anni, e per la prima volta su current gen – rimasterizzazioni a parte – l’amato/odiato designer francese è pronto a salire nuovamente in cattedra con Detroit Become Human. Noi abbiamo, naturalmente, raccolto diverse informazioni sulla produzione, oltre che sviscerato per bene la demo rilasciata sul PlayStation Store, e vi diciamo tutto in questo articolo!

L’era degli androidi

La distopia fantascientifica sulla quale si articola Detroit Become Human dipinge una realtà non così distante da quella dei giorni nostri. L’anno è il 2038, ed una multinazionale denominata CyberLife ha massificato la produzione e la distribuzione di androidi dalle fattezze umane, con capacità mentali e motorie avanzate, che si sono a tutti gli effetti integrati all’interno della società. Si delinea così un quadro socio-politico in cui la coesistenza tra umani e controparti robotiche sembrerebbe tutt’altro che rosea, tra soprusi e disuguaglianze. Nell’arco dell’avventura, suddivisa in 3 atti, impersoneremo altrettanti personaggi: Markus, un androide compagno di un anziano pittore e fautore ideologico – e con ogni probabilità non solo – della rivolta degli androidi; Kara, accasata in qualità di assistente presso una famiglia in tumulto, tra un padre tassista irascibile e violento ed una figlioletta indifesa e vittima quasi esanime; infine Connor, androide progettato per fornire supporto alle forze di polizia nelle mansioni più disparate, compresa la caccia agli stessi androidi. Impersoneremo proprio quest’ultimo nella breve e piuttosto celebre sequenza presente nella demo resa pubblica.

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Detroid: Become Human - PS4 - Connor

In Detroit Become Human il dilemma morale investirà il giocatore nelle azioni e scelte da compiere in maniera decisamente marcata.

Nel tentativo di sventare l’atto criminale di un androide assassino, che tiene una bambina in ostaggio per aprirsi una via di fuga, Connor viene mandato sul posto. La sequenza si apre con due dettagli – che poi, di fatto, non lo sono – particolarmente significativi ed emblematici circa la natura e la dimensione che l’opera vuole abbracciare: la madre della ragazzina, scortata a forza all’esterno dell’edificio dalle forze di polizia ed in preda ad un comprensibile ed evidente sconforto, manifesta subito in maniera piuttosto diretta il proprio dissenso e la propria diffidenza verso la scelta di aver affidato la salvezza della vita di sua figlia ad un androide, un “non umano”. Da qui si tocca con mano per la prima volta quello che è il focus di Detroit Become Human, l’aspetto più interessante e marcato della narrativa dell’intera produzione: a veicolare per intero gli avvicendamenti saranno emotività e dilemma etico. Anche la scena subito successiva, in cui è richiesto al giocatore di scegliere se riporre un pesce trovato al suolo nel suo acquario, rimanda a quanto appena affermato.

A livello di meccaniche ludiche, Detroit Become Human sembra reintrodurre il giocatore nel familiare contesto degli altri titoli di Cage. Tra sequenze investigative che ricordano molto Heavy Rain o la serie Arkham di Rocksteady e dialoghi a scelta multipla, questa breve sequenza si rivela perfetta per introdurre il giocatore al complesso ed articolato diagramma di flusso che regola lo svolgimento della vicenda, a seconda delle scelte e delle azioni del giocatore. L’esito della scena in questione, della durata di non più di 30 minuti, presenta ben 6 finali differenti, determinati dalla meticolosità con la quale si è analizzata la scena del crimine e dalle risposte fornite durante l’interazione. In questa particolare sequenza, la probabilità di successo nel salvare la bambina è scandita da una barra percentuale, la quale si riempirà progressivamente a seconda di quante informazioni si sono ottenute analizzando la scena del crimine o rispondendo nella maniera adeguata durante i dialoghi con l’androide. Dal punto di vista del gameplay, l’impressione è che non ci saranno differenze sostanziali o corpose modifiche alla formula già collaudata di interazione ambientale mediante la pressione di sequenze di tasti – più o meno complesse – QTE e dialoghi a scelta multipla.

Detroit:Become Human - PS4 - Androide

Il lavoro sulle animazioni facciali sembra certosino anche in Detroit Become Human.

Anche sotto il profilo tecnico, il lavoro svolto sembra egregio, con una pulizia d’immagine davvero notevole, texture ben definite, un’illuminazione omogenea ed efficace ed espressioni facciali che sembrano nuovamente porsi come fiore all’occhiello della produzione. Del resto in una tipologia di avventure in cui immedesimazione e narrativa rappresentano i due punti cardine, potrebbe rivelarsi assai compromettente il contrario. Una menzione vogliamo destinarla anche al motore fisico; l’Havok sembra in grado di svolgere un lavoro egregio, grazie ad animazioni precise che si riflettono in un’interattività ambientale che, in questa breve sequenza, ha mostrato una profondità maggiore rispetto a quanto ci saremmo aspettati.

In conclusione…

Detroit Become Human si è presentato decisamente bene, e pare avere tutte le carte in regola per rappresentare davvero l’opera più ambiziosa e riuscita del team francese. Al netto di alcune perplessità che aleggiano come spettri nel cuore e nella mente di chiunque si sia imbattutto nelle produzioni di Cage, le prime impressioni restituiscono un’ottimismo concreto e motivato, benchè – in questo caso più che mai – solo una visione completa e d’insieme del titolo potrà confermarle. Ad un gameplay già visto e conosciuto, che inevitabilmente si porterà appresso pregi e criticità del caso, si aggiunge una dimensione narrativa dall’ottimo potenziale, modellata su scelte e dilemmi quanto mai d’impatto per il giocatore. L’ auspicio è quello di scongiurare l’andamento altalenante che ha investito la scrittura delle opere di Cage in passato, specie in ambito fantascientifico, e per farlo non possiamo che darvi appuntamento in sede di recensione, quando avremo messo le mani per bene sul titolo. Manca ormai poco, e noi non vediamo l’ora.

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