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Anteprima

Death Stranding – Anteprima, il mistero di Kojima si infittisce

E’ un prodotto strano Death Stranding; così carico di aspettative e speranze eppure allo stesso tempo incredibilmente parco di reali notizie, indizi, suggerimenti. Al momento, effettivamente, del nuovo titolo nato dalla creativa mente di Hideo Kojima non sappiamo pressoché nulla. Sei mesi e due trailer dopo il suo annuncio navighiamo ancora nella più completa oscurità, incapaci di formulare qualunque teoria che abbia un benché minimo fondamento. E forse è anche meglio così, perché di tempo prima della sua commercializzazione ne passerà ancora molto ed è giusto fornire ai fan ciò che più desiderano: un bel piatto caldo di hype. 

Nuove e vecchie conoscenze

Alla conferenza Sony durante l’E3 dello scorso Giugno avevamo avuto l’occasione di osservare la desolazione di una spiaggia coperta da carcasse in attesa del lento progredire del tempo, enormi cadaveri di cetacei maleodoranti e decomposti accompagnati da cumuli di granchi riversi su una battigia grigia e deserta. In mezzo a quel cumulo di morte c’era Norman Reedus, evidentemente appena tornato dalle oscure strade di quella che sarebbe dovuta essere Silent HillsA sostituirlo ora c’è invece uno strano figuro, che cammina affannosamente nel fango, tra crostacei senza vita e inquietanti bambole dagli occhi persi nel vuoto. E’ un personaggio che curiosamente assomiglia a Guillermo Del Toro, il quale quindi si affianca nuovamente a Kojima dopo la cancellazione di S.H (o come preferite P.T). Tiene tra le braccia una teca dalle fattezze futuristiche, al cui interno si cela un bambino non troppo dissimile a quello che affiancava la star di The Walking Dead nel precedente trailer. E mentre solo qualche metro sopra di lui marciano soldati scheletrici e carri armati avvolti in tentacoli ancora infusi di vita, il livello dell’acqua si alza, accompagnando profetiche bambole senza vita ai piedi di un gruppo di soldati che spunta dall’oscurità che abita quegli ambienti. Arriva quindi la seconda sorpresa, nella persona di Mads Mikkelsen, colui che probabilmente sarà uno degli antagonisti all’interno del gioco.

Death Stranding

E’ impossibile capire qualcosa di più da ciò che si succede ogni secondo sullo schermo, anche se certa è la presenza di tanti piccoli indizi il cui significato comprenderemo però tra molto, molto tempo. Ciò che però salta sicuramente all’occhio è la presenza, nemmeno troppo velata, di un elemento ricorrente all’interno del breve filmato: numerose corde, talvolta addirittura simili a cordoni ombelicali, che collegano i soldati al corpo dell’attore danese, nascono dalle ali di aerei che sorvolano le rovine desolate del paesaggio, portano vita al bambino all’interno della teca sorretta dal regista del Labirinto del Fauno.

È molto probabilmente un forte rimando al concetto che il game designer nipponico aveva espresso alcuni mesi fa, parlando di giochi basati sul “bastone e sulla corda” ed affermando di voler creare un prodotto che consentisse ai giocatori un nuovo approccio, differente dal semplice combatti, colpisci, attacca (il bastone appunto) che permea gran parte delle produzioni correnti.

Una costellazione di minuti indizi

Al di là di tutta la cripticità che come al solito segue ogni mossa dell’ex appartenente a Konami qualche ipotesi la si può tentare, arraffando indizi e suggerimenti. Un mondo desolato ed in rovina sarà sicuramente a questo punto il panorama che abbraccerà le vicende raccontate in Death Stranding, sospeso forse tra diverse linee temporali a giudicare dalle differenze di abbigliamento che intercorrono tra i semplici soldati ed i personaggi impersonati da Guillermo del Toro e Mads Mikkelsen. Proprio uno dei due, il produttore statunitense, presenta poi ulteriori dettagli difficilmente notabili ad un primo sguardo, tra cui una lieve cicatrice sulla fronte ed una spilla che recita la scritta “United Cities Of America”. Che oltre a diverse linee temporali si tratti anche di particolari rivisitazioni di eventi storici o della nascita di dimensioni allo stesso tempo così differenti eppure ammiccanti alla nostra realtà non si può dire con certezza, ma non si può nemmeno evitare di ammirare il contesto disegnato dalla vivace mente di Hideo Kojima.

Death Stranding

Commento finale

Per il piatto completo dovremo però attendere ancora molto, visto che i lavori sul gioco sono cominciati solamente quest’anno ed il team di sviluppo ha appena finito di scegliere il motore grafico che verrà utilizzato nel corso della programmazione. La scelta è ricaduta sull’engine proprietario di Guerrilla Games, denominato Decima. Non parliamo quindi di una possibile finestra di lancio che anticipi l’arrivo del 2019, visto che la creazione di un gioco ambizioso come questo non può richiedere meno di 3 anni di lavoro. Resta ora da capire come Sony gestirà l’attesa di un titolo che a così grande distanza dalla sua commercializzazione si trova già sotto il focus della maggior parte di pubblico e critica. Forse ne sapremo di più alla prossima conferenza in occasione dell’E3 2017 o forse dovremo aspettare ancora un po di più, in ogni caso ciò che ci troveremo per le mani sarà sicuramente qualcosa di unico all’interno del panorama videoludico.

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