Dopo averlo nuovamente visto al TGS 2017, è stato possibile provare Code Vein per la prima volta alla settimana edizione della Milan Games Week!
Cala il sipario sull’edizione 2017 della Milan Games Week che ha saputo -come sempre – offrire interessanti spunti di riflessione sul panorama videoludico dei mesi a venire. Tra i mastodontici stand e la corposa area dedicata agli sviluppatori indipendenti, laggiù, in un angolino quasi in castigo, ecco apparire di fronte ai nostri occhi l’unica misera postazione dedicata a Code Vein.
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Bandai Namco ha deciso di non dedicare grandissimo spazio ad un titolo che di fatto si presenta come il predestinato a perpetrare quel successo planetario rappresentato dalla serie Dark Souls, dalla quale eredita senza dubbio diverse meccaniche. Tuttavia, nella demo provata il titolo non appare per nulla un clone della celebre saga di Miyazaki ma una sua naturale evoluzione, con un approccio simile a livello concettuale ma che in pratica offre diversi spunti personali e interessanti.
La lotta sta per iniziare… Siete pronti per affrontare le sfide proposte da Code Vein?
Premesso che la demo provata è ancora ben lontana dall’offrire un’esperienza visiva appagante, lo status di cantiere aperto renderebbe ingiusta e poco simpatica una qualsivoglia valutazione di carattere tecnico. Le premesse artistiche e tecniche ci sono tutte e questo nuovo action GDR a tematiche vampiresche è riuscito comunque ad accendere quella fiamma di interesse che ci si aspettava.
Pochi dettagli sul protagonista e la sua compagna ci sono stati resi disponibili. La demo, infatti, ci ha catapultati subito nell’azione, in una grotta infestata da enormi vampiri assetati di sangue, equipaggiati con un imponente armamentario per farci strada a suon di spadate nelle tenebre della location utilizzata nella missione di prova. Lo stesso sangue sarà però una risorsa preziosa anche per il protagonista e la necessità lampante di farne un uso più che parsimonioso potrebbe in qualche modo aumentare quel livello di difficoltà che la demo non ci ha permesso di apprezzare ma che, giudicando dai pochi nemici incontrati sul nostro percorso, non appare per il momento eccessivamente punitivo grazie proprio a quelle meccaniche di aggancio del nemico, attacco e schivate che ormai sono da diversi anni penetrate nelle dita di tutti gli appassionati degli action rpg souls like.
Tecnicamente Code Vein è ancora indietro, ma siamo fiduciosi per la versione finale.
Sicuramente, ad incidere è stata l’abitudine a passare ore ed ore in compagnia di nemici dal one-shot estremamente facile, tuttavia è molto probabile che la difficoltà subirà modifiche nel tempo; per sapere a quali santi votarsi (per non dire di peggio) toccherà attendere un qualcosa di maggiormente vicino al lavoro completo.
Resta inoltre ancora da appurare quanto effettivamente Code Vein abbracci un concetto di linearità oppure di maggiore libertà in termini di esplorazione. Detto questo, le sensazioni che trasudano dai pochi minuti che ci sono stati concessi dalla fila a perdita d’occhio dietro le nostre spalle ci consentono di valutare positivamente un lavoro che sembra stia procedendo nel migliore dei modi. In conclusione, nonostante i problemi di gioventù della build in esposizione, Code Vein sembra possedere tutte le carte in regola per regalare un futuro all’ormai defunta saga di Dark Souls.