Abbiamo preso parte alla closed beta di Code Vein. Scopri di più sul titolo di Shift nella nostra anteprima!
Code Vein è il nuovo Action GDR in sviluppo presso Shift, studio di un certo calibro che in passato diede vita a una serie importante come quella di God Eater.
Grazie a Bandai Namco, il publisher della produzione, abbiamo avuto l’occasione di provare la sua closed beta, che ci ha permesso di saperne di più sulla storia, sul gameplay e sul genere di appartenenza.
La nostra anteprima sulla closed beta di Code Vein.
INDICE
L’umanità è stata spazzata via. Un’epidemia potentissima ha trasformato quasi tutta la popolazione in essere mostruosi, assetati di sangue. Questo tragico destino, però, ha risparmiato una piccolissima parte della comunità, i cosiddetti redivivi, il cui obiettivo (con annessa speranza) è quello di trovare il modo di riportare il mondo allo status precedente oppure di darne vita a uno migliore.
I redivivi, così come il protagonista di cui vestirai i panni, hanno dalla loro parte la facoltà della ragione ma, allo stesso tempo, dovranno mettere in discussione la propria coscienza. In che modo? Assumendo, di volta in volta, un quantitativo di sangue, così da non correre il rischio di trasformarsi in terribili corrotti e perdere così il lume della ragione.
La vera speranza, però, risiede nello status del protagonista, un redivivo privo di ricordi e della propria voce, caratterizzato da un sangue speciale (diverso da tutti gli altri), il quale potrebbe rappresentare il punto di svolta e la chiave per mettere fine a un periodo di tirannia, incertezza e rovina in cui versa il mondo di gioco.
Questo perché non tutti i Revenant saranno disposti ad aiutare… Dovrai, infatti, fronteggiare un esercito di veri e propri razziatori, capitanati da un redivivo di nome Silva, pronti a sacrificare quelli più deboli per continuare la loro ricerca ossessiva di sangue.
Prima di iniziare, ti verrà chiesto di personalizzare il tuo alter-ego (potrai rimetterci mano al quartier generale), scegliendone il sesso e moltissime altre caratteristiche a livello estetico.
Da questo punto di vista, si vede una certa propensione dello studio ad ispirarsi ai maggiori anime orientali.
La stessa cosa vale per il gameplay, profondamente influenzato dalle opere Souls Like di Hidetaka Miyazaki, le cui basi più importanti vengono spiegate nel corso di un dettagliato tutorial, prima dell’inizio dell’avventura.
Ciò lo possiamo evincere dalla presenza di alcuni elementi chiave. La foschia, ad esempio, è la valuta del gioco ottenibile con l’uccisione dei nemici, che va a sostituire le anime dei Dark Souls e che ti servirà per far salire di livello il tuo personaggio. La progressione avverrà presso un vischio purificato, un luogo in cui potrai recuperare le forze, facendo resuscitare di contro tutti i nemici dello scenario.
Insomma, il vischio ricopre la funzione dei famosi falò che abbiamo avuto modo di conoscere in passato.
La morte, così come in Dark Souls, ti farà perdere la foschia ottenuta, dandoti una sola possibilità per riottenerla, laddove avevi perso precedentemente la vita. Quindi, prima di affrontare un boss oltre le proprie caratteristiche, pensaci due volte!
Nella nostra prova, abbiamo affrontato un boss, in compagnia di un npc controllato dal computer. Quest’ultimo ci è stato di grosso aiuto – forse anche troppo – visto che, oltre a uccidere e/o danneggiare con estrema facilità i nemici, è stato in grado di catalizzare la propria attenzione su di sé – soprattutto durante la primissima boss fight – lasciandoci la possibilità di agire quasi indisturbati.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale dei nemici, c’è qualche appunto da fare. Il livello è senz’altro buono anche se – alle volte – non risponderà come dovrebbe. Ad esempio, alcuni nemici potrebbero fermarsi nella porzione di territorio stabilita dagli sviluppatori, dandoti così modo di scappare indisturbato.
Ovviamente ci sarà la possibilità di sostituire l’aiutante controllato dalla cpu, invitando un tuo amico a giocare in modalità multiplayer online.
Il gioco, a differenza dei Souls Like, vede la presenza di un quartier generale, in stile God Eater, che fa da hub centrale del gioco. All’interno di quest’ultima, potrai accettare diversi incarichi presso alcuni personaggi, reperire e far potenziare le armi dai fabbri (con la possibilità di aggiungere dei poteri elementali), acquistare cure e altre tipologie di risorse rivolgendoti ai vendor.
C’è poi l’inedita possibilità di affrontare le cosiddette Profondità: sono dei pericolosi dungeon, simili per difficoltà ai calici di Bloodborne, caratterizzati da creature difficilissime da fronteggiare, ma che ti daranno in dono innumerevole foschia, necessaria per livellare.
Ti basti pensare che siamo passati dal livello 15 (con cui avevamo concluso la prima boss fight) al livello 37 senza uno sforzo eccessivo… e questo nonostante il livello minimo consigliato per affrontare le profondità fosse il 40… Ciò non fa altro che sollevare ulteriori dubbi sulla difficoltà del titolo, resa più fattibile (forse) dall’eccessiva presenza di vischi, a cui fare ritorno in fretta e in furia in caso di guai.
Fin dall’inizio, avrai modo di selezionare la classe, chiamata codice sanguigno, più vicina al tuo stile di gioco. I codici sanguigni sono tre:
A rinvigorire l’esperienza (davvero fluida e senza intoppi) e a differenziare il proprio alter-ego, ci penseranno i diversi doni, la maggior parte dei quali verranno sbloccati con il proseguo dell’avventura.
I doni sono le cosiddette abilità, che ti permetteranno di eseguire delle azioni speciali, spendendo le icore a tua disposizione. Queste ultime rappresentano un particolare tipo di sangue (decisamente più corposo) che potrà essere riottenuto, mettendo a segno degli attacchi speciali e anche dei contrattacchi.
Trattandosi di una risorsa davvero limitata che assolve alla funzione – per certi versi – del mana presente in alcuni giochi, ti consigliamo di farne un uso intelligente e ragionato.
Ora che abbiamo parlato dei codici sanguigni (le classi) e dei doni (le abilità), è giunto il momento di parlare delle armi, che potrai utilizzare durante l’avventura nel cupo mondo di Code Vein. A dispetto delle aspettative, queste non differiscono poi molto dagli altri hunting game o comunque dai Souls Like.
Non mancheranno le spade a una mano, le spade a due mani, la baionetta, l’Alabarda e un grandissimo martello.
L’ambientazione di Code Vein è davvero evocativa, perché riesce a trasmettere l’atmosfera cupa di un mondo in rovina, devastato da un’apocalisse vera e propria.
D’altra parte, non si può dire lo stesso delle creature sinistre che ti troverai ad affrontare, poco originali e ispirate dal punto di vista del design e della caratterizzazione.
All’infuori delle ambientazioni, la cui varietà effettiva dovrà essere valutata in sede di recensione, quello che abbiamo visto fino ad oggi riguardo i nemici, non ci ha affatto entusiasmato. La situazione, però, potrebbe benissimo cambiare con la versione finale del gioco. Se, però, sei già convinto di preordinare e poi acquistare Code Ven, sappi che puoi farlo su Amazon!
Niente da dire, invece, per quanto riguarda gli effetti grafici, con luci e ombre ben realizzate e alcuni scorci grafici davvero belli da vedere.
La closed beta ci ha permesso di provare soltanto una piccola porzione del gioco, insufficiente per valutare la qualità del sonoro.
Le musiche di accompagnamento, come spesso accade per produzioni di questo genere, si alternano a seconda della situazione. Abbiamo notato qualche brano piuttosto movimentato per le fasi concitate, mentre altri brani piuttosto leggeri, ma un pizzico cupi, durante le brevissime fasi esplorative.
Anche per la durata non possiamo esprimerci, ma stando a quanto visto in passato con le opere God Eater e Freedom Wars, possiamo aspettarci tanto dal punto di vista della quantità dei contenuti. Speriamo soltanto che – alla lunga – non siano ripetitivi o noiosi da portare a termine.
Potremo trovare una risposta a questi dubbi, giocando la versione completa che dovrebbe essere rilasciata ufficialmente durante il 2019 su PC, PS4 e Xbox One.