Se c’è un brand che ha saputo letteralmente catalizzare su di sé le attenzioni di critica e pubblico – sia in positivo che in negativo – nell’ormai passata generazione, questo è sicuramente Call of Duty. Nato su PC nel lontano 2003 dalle sapienti mani di Infinity Ward, questa popolare serie di sparatutto in prima persona, dapprima ambientata nella seconda guerra mondiale, ha conosciuto un incremento di popolarità stupefacente solo nel 2007 quando proprio lo studio statunitense decide di stravolgere completamente il proprio marchio di punta portando il conflitto ai tempi moderni in quel Call of Duty 4: Modern Warfare. Ancora oggi considerato una pietra miliare del genere anche dai detrattori della serie. Da lì in avanti, però, le cose sarebbero cambiate radicalmente. Il brand, a cadenza annuale, vede un nuovo capitolo in uscita ogni novembre, affidato alternativamente a Infinity Ward e a Treyarch, con un ciclo di sviluppo di soli due anni. Gli appassionati, quindi, si sono letteralmente divisi a metà: tra chi continua a supportare la serie garantendo ogni anno incassi da record, e chi si è più volte lamentato della politica adottata dal publisher Activision, in quanto sostiene che in soli due anni non si possa inventare e rendere funzionale qualcosa di realmente nuovo traducendo ogni titolo che porta il nome “Call of Duty” in un continuo e semplice “copia e incolla”.
La verità, come sempre, sta nel mezzo poiché è vero che ogni uscita legata al marchio CoD rispetta abbastanza fedelmente alcuni canoni basilari che, agli occhi del grande pubblico, potrebbero sembrare la solita minestra riscaldata, ma dall’altro lato va evidenziato il lavoro degli sviluppatori che, tra un capitolo e l’atro, sono capaci di donare ai giocatori una storia più o meno intrigante ma, soprattutto, un comparto multiplayer contenutisticamente ricchissimo e capace di intrattenere per ore e ore. Anche quest’anno non fa eccezione e, giunti nel mese di maggio, è arrivato come un fulmine a ciel sereno il primo trailer del nuovo episodio della serie, denominato: Call of Duty: Advanced Warfare. Questo racconta di un gioco pesantemente rinnovato da praticamente ogni punto di vista. Vediamo insieme come.
Prima di iniziare con la disamina dei circa due minuti e mezzo di trailer diffuso su YouTube da Activision (che vi riportiamo in calce), cominciamo col parlare dello studio che sta alle spalle di questa nuova incarnazione del brand, Sledgehammer Games. Nato dalle forze congiunte di alcuni ex-membri di Visceral Games (gente che, tra le altre cose, ha creato l’ottimo Dead Space, mica gli ultimi arrivati NdR) e che conta, al giorno d’oggi, più di 200 impiegati, con sede in California. Questi ultimi avevano già in precedenza lavorato insieme a Infinity Ward nella realizzazione di Modern Warfare 3, senza però mai sciluppare un intero prodotto, facendo così risultare questo Advanced Warfare il loro effettivo titolo di debutto, un’occasione non da poco per dimostrare la propria abilità nella programmazione e nella creazione di un gioco all’altezza delle aspettative. Passiamo ora a parlare del trailer che si apre con la prima, graditissima – per usare un eufemismo – sorpresa, ovvero la presenza, nel cast del due volte premio Oscar Kevin Spacey. Ad interpretare Jonathan Irons, presidente di una corporazione leader nel campo della difesa.
Una volta assimilata con sommo piacere questa rivelazione, ci concentriamo sul suo solenne discorso in cui, in poche parole, critica la tendenza degli Stati Uniti a voler esportare il proprio concetto di “democrazia” nel resto del mondo. Il buon – si fa per dire ndR – Irons, invece, crede che nel tempo in cui è ambientato il titolo, un futuro in cui i governi non riescono più a soddisfare le esigenze di ordine e protezione, i cittadini si rivolgeranno a grosse corporazioni. Dotate di un proprio folto e iper-tecnologico esercito fatto di soldati armati fino ai denti e dalla spiccata forza fisica grazie ad impianti esoscheletrici versatili e capaci di ribaltare le sorti dei conflitti. Il setting di questo Advanced Warfare, infatti, è completamente inedito per la serie, in quanto abbandona le aspirazioni di “realismo” e di riproduzione di un conflitto moderno plausibile e ci proietta in un futuro a tratti distopico in cui le grosse multinazionali militarizzate fanno il bello e il cattivo tempo per quanto riguarda le guerre in tutto il mondo. Questo radicale cambiamento si riflette anche negli equipaggiamenti a disposizione del giocatore che, a giudicare dal breve trailer diffuso, spaziano da mimetiche ottiche attive, guanti magnetici per l’arrampicata verticale, Hoverbike, armature dotate di supporto per mitragliartici rotanti e tanto, tanto altro.
Passiamo ora all’argomento più “spinoso” quando si parla di un Call of Duty, il comparto tecnico. Da anni gli utenti della serie, sul web, richiedo a gran voce un nuovo motore grafico che si adatti a questi tempi in cui lo standard si innalza di uscita in uscita e in cui alcuni titoli concorrenti, come Battlefield o Crysis, riescono a stupire gli utenti con effetti sempre più realistici e con una veste estetica da urlo. Già con Ghosts, Activision aveva promesso una rivoluzione tecnica per la serie, la quale venne però disattesa in favore di una versione migliorata e più avanzata dello stesso motore grafico “di sempre”.
La situazione, comunque, sembra destinata a cambiare proprio con questo nuovo capitolo che, almeno da quanto si evince dal trailer e dai comunicati ufficiali del publisher, grazie ad un motore completamente nuovo dotato di effetti grafici, modelli poligonali e texture in alta definizione, il tutto coadiuvato, almeno si spera, dalla solita fluidità che ha reso Call of Duty accessibile e amato da ogni tipo di videogiocatore, dovrebbe rappresentare un vero e proprio punto di svolta per la serie. Anche dal punto di vista del design, il lavoro svolto da Sledgehammer, per quanto in alcune fasi sembri abbastanza derivativo da altre opere di fantascienza, si attesta su livelli decisamente apprezzabili. Va detto che, sempre a giudicare dal trailer, le premesse sono più che buone, ma attendiamo, comunque, di provare il gioco con mano prima di sbilanciarci o esaltarci eccessivamente.
In conclusione, le basi su cui verrà costruito questo nuovo capitolo della multimilionaria serie Call of Duty sembrano ottime. L’ambientazione futuribile, la presenza di un antagonista di spessore interpretato da uno dei migliori attori in circolazione e l’introduzione di nuove meccaniche di gioco legate ai nuovi avanzatissimi equipaggiamenti, dovrebbero garantire il successo di questa nuova incarnazione del brand. L’altro lato della medaglia potrebbe essere rappresentato, come al solito, dal comparto tecnico per quanto, almeno stavolta, pare che il team di sviluppo abbia intrapreso la strada della rivoluzione totale, piuttosto che della sola evoluzione del precedente motore grafico. Non ci resta che attendere con trepidazione una prova con mano del titolo per verificare l’effettiva bontà del prodotto Sledgehammer. Restate con noi per ogni futuro aggiornamento.