In occasione di un evento di presentazione organizzato da Warner Bros Italia, siamo stati invitati per provare in anteprima due titoli di punta nel mese di ottobre per l’azienda americana. Uno di questi è Batman: Arkham Origins. Per questa volta lo sviluppo ha fatto un passaggio del testimone, Rocksteady, che ha dato i natali alla serie, si prende una pausa per lasciare l’arduo compito a Warner Bros Montreal. Non dei completi novellini in realtà, avendo recentemente lavorato sulla trasposizione su Wii U di Arkham City chiamata Armored Edition. Un compito portato a termine ottimamente, ma il team canadese deve ora affrontare una sfida più impegnativa.
Ben Mattes, senior producer di Warner Bros Montreal, ci introduce il gioco: Batman: Arkham Origins è un prequel, le vicende sono collocate nel periodo natalizio. Black Mask ci vuole confezionare un bel regalo da mettere sotto il bat-albero. Questo consiste in una taglia da 50 milioni di dollari sulla testa dell’uomo pipistrello, viene da se che tutti i criminali che popolano la già poco tranquilla Gotham rizzino le antenne immaginandosi le tasche piene del denaro sonante messo in palio. Il giovane Batman si trova quindi a dover affrontare una triplice minaccia: la polizia che è corrotta dai criminali che li aiuteranno per incassare la taglia, le gang locali e gli assassini. Uno di questi è Deathstroke, più avanti vi parlaremo del combattimento contro di lui.
La demo mostrataci è iniziata con un piccolo scorcio dell’ambientazione di gioco, il Natale offre la possibilità di cambiare l’atmosfera che altrimenti sarebbe rimasta la medesima del precedente capitolo. La neve, le luci e gli addobbi natalizi rendono tutti più buoni, tranne i malviventi che da lì a poco andremo ad affrontare. Batman plana a mantello aperto sul primo bruto che si prende le prime mazzate, notiamo subito la bontà del Free Flow Combat, fluido e immediato come ideato dal suo originale creatore. Ora è tempo di tornare alla Batcaverna, appena arrivati veniamo accolti da Alfred, il nostro fidato maggiordomo. Il covo segreto è un posto tranquillo e quindi perfetto per cambiarci costume scegliendo quello che ci piace di più, raccogliere i gadget da utilizzare ma anche allenarci. Sono infatti presenti decine di sfide che servono anche da tutorial per impratichirci con il combat system o con l’uso dei gadget. Prendiamo la Batwing – viene usata solo come fast travel per raggiungere immediatamente un punto della mappa – per iniziare una missione principale.
Ci dirigiamo al distretto di polizia di Gotham City, come detto inizialmente la polizia non ci vede di buon occhio, e Gordon non lo conosciamo ancora. Per questo sgattaioliamo nei condotti di areazione, nel mentre sentiamo i poliziotti tramare contro di noi, si stanno già pregustando i ricchi acquisti che si faranno dopo aver riscattato la taglia. Arrivati dal commissario esso ci informa della presenza di qualcuno che potrebbe aiutarci a scoprire la posizione di Black Mask. Lo troviamo poco dopo, si tratta di Pinguino, l’uomo giusto da cui ricavare informazioni. Nella cutscene, che troviamo ancora più spettacolarizzate e cinematografiche rispetto al precedente capitolo, Batman cerca di estorcere delle indicazioni utili per arrivare al nemico numero uno. Ma non ha tenuto conto della ricchezza di chi ha davanti, Pinguino può permettersi infatti di assoldare non solo semplici tirapiedi ma anche un formidabile assassino: Deathstroke.
Finita la presentazione abbiamo potuto metterci le mani sopra, partendo da dove eravamo rimasti a raccontare. Pinguino riesce a scappare grazie all’aiuto di Deathstroke e rimaniamo in balia di una decina di scagnozzi. Abbiamo quindi il modo di apprezzare ancora una volta il sistema di combattimento, esso è rimasto identico, l’ottimo Free Flow Combat che ricordavamo. L’attacco va spammato con moderazione, stando attenti ai nemici scoperti che, se non contrattaccati in tempo, ci annullano il contatore delle combo.
Ben ci ha raccontato come il loro scopo sia stato di far scoprire la profondità del sistema del combattimento, per questo vogliono evitare che il giocatore si affidi al button smashing. Soprattutto per quanto riguarda il tasto della contromossa, ora infatti, se viene premuta in continuazione e non nel momento esatto in cui compare l’icona sulla testa del nemico, la combo viene spezzata perdendo tutti i benefici da essa generati. In particolar modo ci ha detto come nelle boss fight si debba tener conto di questo. Testiamo questo cambiamento in un testa a testa contro Deathstroke, nella prima fase utilizza un bastone ed è tutto sommato semplice attaccare e contrattaccare. Bisogna effettivamente fare attenzione a quando premere il tasto del contrattacco, altrimenti l’input risulta errato e verremo colpiti.
Una volta inferti una serie di danni riusciremo a rompere la sua arma, che sostituirà con una spada. A questo punto lo scontro diventa per noi ancora più arduo, gli incredibili riflessi di Deathstroke gli permettono di attaccarci nei momenti inaspettati. Ci è difficile parare i colpi perché subiamo comunque danno, ci affidiamo alla schivata e cerchiamo di colpirlo quando non se l’aspetta. Qui è assolutamente vietato menare le mani senza criterio, pena morte immediata. Facendo attenzione agli sporchi trucchi del nostro avversario, come le granate stordenti, i barili esplosivi e i proiettili devastanti della sua pistola, arriviamo alla fine di uno scontro davvero impegnativo e anche alla conclusione della breve demo giocabile.
Siamo rimasti delusi per non aver provato una missione completa o l’esplorazione di Arkham, ma la presentazione è stata sufficiente per farci capire come il lavoro di Warner Bros Montreal sia stato tale da non farci rimpiangere la mancanza di Rocksteady. Un capitolo che non si annuncia come una rivoluzione nella serie ma più come un ottimo titolo di passaggio in attesa di quello che, speriamo, potrà essere un Batman: Arkham Next Gen.