In Alien: Isolation interpreteremo Amanda Ripley, figlia di Ellen Ripley, la nostra avventura si svolge infatti nel 2137 a bordo della stazione spaziale Sevastopol, quindici anni dopo la prima pellicola di Alien, il film che diede vita alla saga cinematografica. Il nostro compito è quello di investigare (e sopravvivere) sulla morte di Ellen Ripley.
Il gioco è molto diverso rispetto al passato, nell’ultimo capitolo rilasciato per old gen, Alien: Colonial Marines il gameplay è incentrato sul sopravvivere ma difendendosi con ogni arma a nostra disposizione. Ciò gli dona una decisa impronta shooter rendendolo di fatto un FPS, mentre in Alien: Isolation, i ragazzi di Creative Assembly hanno voluto tornare alle origini della saga prendendo forte spunto dal primo film di Ridley Scott, tutto ciò si manifesta in forti tinte dark dove la sopravvivenza è l’unica ricompensa utile al giocatore. Non importa quanto siate spavaldi, la chiave per avanzare in Alien: Isolation è la prudenza e la cautela. Fin dai primi minuti di gioco siamo stati messi faccia a faccia con l’alieno, alto circa due metri e dal passo pesante ma veloce. Qualche parola va spesa riguardo l’Alien, la cura nei dettagli e l’intelligenza artificiale fanno di esso una vera macchina da guerra, i riflessi di luce sulla “pelle” perlacea lo rendono sfuggente e in grado di mimetizzarsi con abilità, nonostante le elevate dimensioni, di contro il suo passo pesante ci avvertirà del suo arrivo, e sarà il segnale per cercare al più presto un rifugio. Grazie alla nuova IA studiata appositamente per questo titolo, l’Alien imparerà il nostro stile di gioco e reagirà di conseguenza, difatti non segue schemi o percorsi prestabiliti, si muove liberamente all’interno dell’astronave alla ricerca di prede.
L’abbandono dell’impronta shooter è ben evidente e l’unica arma da fuoco è un revolver con pochi colpi in canna, e ancora meno sparsi per l’ambiente di gioco, il quale si presenta cupo ma ricco di dettagli con le fonti di luce che solo talvolta illumineranno adeguatamente la zona che stiamo esplorando. Per difenderci potremo creare una granate EMP, una granata fumogena, una macchina crea rumore ed è inoltre possibile distrarre l’Alien lanciando un flare luminoso, anche se esso può trasformarsi in un clamoroso autogol, in quanto le mappe, essendo piuttosto claustrofobiche, potrebbero portare l’alieno troppo vicino a noi e di conseguenza ciò che ci aspetta è una lenta morte.
Se nei precedenti capitoli le ambientazioni erano anche inventate, in questo capitolo della saga gli sviluppatori hanno visionato l’intera pellicola di Ridley Scott e le scene tagliate per poterne carpire lo stile e l’idea che aveva il regista nel 1979, anno di uscita di Alien. Il futuro ideato da Scott e riprodotto sulla pellicola è ben diverso da quello degli sceneggiatori attuali, Ridley immaginava un’astronave con pulsanti, schermi LCD e luci intermittenti ed i ragazzi di Creative Assembly hanno riprodotto l’ambientazione in gioco secondo questo preciso stile, ed il lavoro è riuscito perfettamente. La sensazione di trovarsi nei corridoi visti sulla pellicola è davvero forte.
Alien: Isolation si presenta come un survival horror e, similmente come visto in Outlast, sarà necessario ricorrere agli armadietti per potersi nascondere e sopravvivere, ma il tempismo rimane la chiave per poter rimanere in vita, scappare in ritardo dal nostro unico nemico porterà inevitabilmente alla nostra morte. Concludendo, ogni fan della saga Alien dovrebbe tenere d’occhio questo titolo, dopo Alien: Colonial Marines la community di affezionati era rimasta con l’amaro in bocca per il titolo ben lontano dai canoni della saga, Creative Assembly invece dirotta la serie verso lo stile creato da Ridley Scott e lo fa egregiamente, con ambientazioni uscite direttamente dalla pellicola con lo spaventoso quanto possente Alien.